Al loro posto, la riforma messa a punto dal fisco, introdurrà gli indicatori di compliance

di Marina Crisafi - È quasi definitivo l'addio agli studi di settore che andranno in soffitta per essere sostituiti da "indicatori di compliance". A prevederlo, come riporta la nota del Mef, è la nuova riforma, messa a punto da Sose (Soluzioni per il Sistema Economico spa) e dall'Agenzia delle Entrate (qui sotto allegata) e presentata ieri nella riunione al ministero con associazioni di categoria e ordini professionali.

Il tutto, secondo la nota diramata dal ministero, dovrebbe avvenire in modo graduale, ma probabilmente il processo subirà un'accelerazione già nella prossima legge di bilancio.

Imprese e professionisti non dovranno più andare alla ricerca del "ricavo di congruità" per uniformarsi alle pretese del fisco, il quale abbandonerà gli studi quale strumento di accertamento presuntivo per lasciare spazio ad uno strumento che con un dato sintetico sia in grado di fornire, su una scala da uno a dieci, il grado di affidabilità del contribuente. E ciò guardando sia ai ricavi dichiarati, sempre integrabili peraltro in dichiarazione, che a un insieme di elementi che contribuirà a dare affidabilità ai contribuenti, nell'ottica di una riduzione dell'attività di controllo. In più sarà previsto un sistema premiale, per coloro che raggiungeranno un grado elevato di compliance, spiega la nota del Mef, si prevede tra l'altro un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, la riduzione dei tempi e l'esclusione da alcuni tipi di accertamento.

Vediamo, nello specifico come funzionerà il nuovo sistema:

L'indicatore sintetico

L'indicatore di compliance sarà un dato sintetico che rappresenterà il posizionamento del contribuente in una scala di "affidabilità" da uno a dieci. Maggiore sarà il grado raggiunto, maggiore sarà la possibilità (per chi arriverà a un grado elevato) di accedere al sistema premiale che prevede tra le altre cose, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l'esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione dei tempi di accertabilità.

Gli elementi per il calcolo

L'indicatore di compliance sarà articolato sulla base dell'attività economica svolta in modo prevalente e costruito sulla scorta di una metodologia statistico-economica innovativa che tiene in considerazione una serie di elementi. Tra le novità sintetizzate dal Mef rilevano: - gli indicatori di normalità economica, che saranno utilizzati per il calcolo del livello di affidabilità; - la stima del valore aggiunto e del reddito d'impresa insieme ai ricavi/compensi; il modello di regressione basato su dati panel (8 anni anziché 1) con informazioni e stime più efficienti; un modello di stima basato sull'andamento ciclico senza la necessità di stabilire correttivi crisi; una riduzione del numero dei modelli organizzativi che saranno più stabili nel tempo; ecc.

Comunicazioni e semplificazioni

Tra le novità della riforma, ci sarà una maggiore comunicazione tra l'amministrazione fiscale e i contribuenti, che saranno resi edotti, da parte dell'Agenzia delle Entrate, del risultato del proprio indicatore di compliance e delle sue diverse componenti, ivi comprese le incoerenze. Ciò rappresenterà, secondo il Mef, un maggiore stimolo all'adempimento spontaneo del contribuente e un incentivo ad interloquire col fisco per migliorare la propria affidabilità.

Ma non solo. Il passaggio ai nuovi indicatori di compliance comporterà anche una maggiore semplificazione, rispetto agli studi di settore, per gli adempimenti cui sono tenuti professionisti e imprese, sia dal punto di vista delle informazioni da comunicare che della drastica riduzione dei modelli.

La proposta di riforma degli studi di settore

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