A denunciare la mancata emanazione del decreto attuativo è il responsabile Giustizia e deputato di Azione Enrico Costa. "padre" della norma contenuta nella legge di bilancio

Rimborso spese legali per chi è assolto in via definitiva

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La denuncia arriva dal responsabile Giustizia e deputato di Azione Enrico Costa: per l'assoluzione definitiva non sono arrivati i rimborsi delle spese legali. In sintesi i Ministeri avevano due mesi di tempo ne sono passati cinque: tutta colpa del decreto che non è arrivato.

Ricordiamo che è stato l'emendamento Costa alla Manovra 2021 ad introdurre il rimborso delle spese legali per chi è assolto con sentenza definitiva.

Il nuovo articolo 177bis del codice penale (Risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato) spiega come «nel processo penale, all'imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro».

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Modalità del rimborso spese legali

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Nello specifico il rimborso avverrà «in tre quote annuali di pari importo», a partire dall'anno successivo «a quello in cui la sentenza è divenuta irrevocabile», e non rientrerà ovviamente nel computo del reddito.

Rimborso spese processuali, manca il decreto

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E sul Sole 24 Ore è lo stesso Costa che ricorda l'approvazione a dicembre 2020, da parte del Parlamento, della «norma per cui se lo Stato sottopone un cittadino innocente al lungo, defatigante e spesso umiliante calvario delle indagini e del processo, è giusto che lo risarcisca». Mancando però «il decreto del ministro della giustizia di concerto con il ministro dell'economia i rimborsi non possono essere concessi».

La legge di bilancio ha previsto che il decreto con cui avrebbero dovuto essere definiti anche i criteri e le modalità di erogazione dei rimborsi fosse adottato entro sessanta giorni. Il budget annuale è di 8 milioni di euro e si prevede un limite massimo di 10.500 euro di rimborso.

Fatto sta che di mesi «ne sono trascorsi ben più del doppio di quelli ma del regolamento ancora non c'è traccia. Auspichiamo - conclude Costa - che il quotidiano, silenzioso e certosino lavoro del Governo si estenda anche a questi atti che, ove ritardati ulteriormente, manderebbero in fumo l'applicazione di norme di civiltà, che non sono bandierine identitarie, approvate dal Parlamento».


Foto: 123rf.com
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