Dopo l'uscita dall'Unione europea del Regno Unito, gli avvocati italiani avranno necessità di avvalersi di un tutor inglese

I servizi giuridici dopo la Brexit

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La Brexit, l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, avvenuta formalmente il 31 gennaio 2020, si è concretizzata lo scorso 31 dicembre, al termine del periodo di transizione.

Ma cosa cambia dal punto di vista fattivo per i professionisti, soprattutto per gli avvocati?

Come chiarisce il Sole 24 Ore, un accordo commerciale che, in molti casi, guarda agli scambi di merci, e trascura i servizi, ma non quelli giuridici.

Questi ultimi vengono definiti come "servizi di consulenza legale, di arbitrato, conciliazione e mediazione legale", ai quali viene dedicata una sezione la Parte seconda, titolo 2, Capitolo 5, Sezione 7 e la relativa normativa di base. Il risultato? Le professioni legali sono le uniche a essere riconosciute.

Brexit, le conseguenze per gli avvocati

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Ma seppur col riconoscimento dei servizi giuridici, non sono mancate le conseguenze per gli avvocati. In primis la fine del riconoscimento automatico e reciproco dei titoli, delle qualifiche e dell'esperienza professionale. Dal primo gennaio 2021 le direttive Ue in materia (2005/36/Ce, poi aggiornata da 2013/55/Ue) più le due direttive specifiche sul settore (98/5/Ce e 77/249/Cee) non sono applicabili nel Regno Unito. In sintesi, un legale italiano o europeo, che ha potuto esercitare finora liberamente in Gran Bretagna registrandosi come european lawyer, dovrà invece iscriversi all'albo dei foreign lawyer. Chi vuole esercitare attività legali riservate come contenzioso, vendite immobiliari o successioni dovrà sostenere l'esame di Stato di solicitor per ottenere la licenza.

Brexit, il tutto per gli avvocati

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Nei casi specifici agli avvocati servirà una sorta di supervisore o tutor, cambia il nome, ma la sostanza non cambia così come la perdita di autonomia. Quindi: un registered foreign lawyer non può svolgere attività di diritto inglese se non con la supervisione di un solicitor. Ad essere favoriti saranno gli avvocati italiani che anzitempo hanno acquisito il titolo di solicitor e che potranno continuare a svolgere la loro attività come prima. Andrà peggio agli avvocati inglesi in Europa che saranno soggetti a 27 leggi nazionali diverse dei singoli Stati membri e inoltre potranno fornire consulenze solo sulla legge inglese.


Foto: 123rf.com
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