La ?morte dolce? è reato. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione precisando che si è colpevoli anche quando si vuole solo soddisfare la richiesta di un amico che vuol essere aiutato a porre fine alla propria vita, sempre che vi sia stata la consapevolezza di provocarne la morte. E' stata, così, confermata la condanna inflitta dalla Corte di Appello di Firenze nei riguardi di un giovane che aveva provocato la morte di un amico, somministrandogli, dietro sua richiesta, cinque iniezioni di insulina. I giudici del Palazzaccio hanno ritenuto infondato il ricorso con cui i legali dell'imputato avevano sostenuto la non punibilità dello stesso per aver agito senza una "cosciente volontarietà" e in condizione di suggestione. Ancora una volta la pratica dell'eutanasia torna a proporsi come uno dei temi più controversi e discussi. Al momento solo l'Olanda ha ufficialmente riconosciuto l'eutanasia e il suicidio assistito considerando che si trattava oramai di pratica diffusa e tollerata da anni.

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