Dal confronto tra Governo e sindacati emergono le prime indicazioni sulla prossima riforma delle pensioni, i prossimi incontri a settembre

Al lavoro sulla riforma delle pensioni

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A quanto pare al Ministero del lavoro c'è un gran fermento e i tecnici starebbero giù lavorando alla Riforma delle pensioni, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° gennaio del 2022.

Diverse le novità in discussione sul fronte pensioni:

  • rafforzamento dell'anticipo pensionistico (Ape);
  • rafforzamento di Opzione Donna;
  • mantenimento di Quota 100;
  • misure di solidarietà per l'accompagnamento alla pensione;
  • ampliamento della quattordicesima.

Confermata quota 100, in arrivo quota 41?

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Anche se molti da tempo spingono per eliminare definitivamente Quota 100 a quanto pare non si toccherà, ma non è tutto. Matteo Salvini, che ha sostenuto e voluto fortemente Quota 100 ora propone Quota 41, che consentirebbe a chi ha maturato 41 anno di contributi di andare in pensione, indipendentemente dall'età anagrafica.

Ape e Opzione Donna più forti

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A calendario la Ministra Catalfo ha un appuntamento con i sindacati per parlare del rafforzamento dell'anticipo pensionistico e di Opzione Donna. La prima misura consiste in un'indennità che viene corrisposta dall'Inps ai lavoratori dipendenti che hanno già compiuto 63 anni di età, che si trovano in determinate condizioni e che non sono già titolari di pensione diretta in Italia o all'estero. La seconda invece consente alle lavoratrici dipendenti che hanno compiuto 58 anni di età e alle autonome che ne hanno compiuto 59 di andare in pensione se hanno maturato 35 anni di contributi.

Due interventi che si pongono l'obiettivo di mandare in pensione prima dei termini ordinari particolari categorie di soggetti, che soddisfano determinati requisiti anagrafici e contributivi.

Pensione di garanzia per i giovani

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La prossima Riforma delle pensioni contempla anche, una più ampia flessibilità in uscita ma soprattutto una pensione di garanzia per i giovani. Un'attenzione particolare inoltre è rivolta i lavoratori usuranti. Si vuole infatti superare il meccanismo automatico dell'adeguamento all'aspettativa di vita perché non fa che portare in avanti l'età della pensione. Attenzione particolare anche al contratto di solidarietà per garantire l'accompagnamento alla pensione e posti di lavoro per chi arriva dopo.

Quattordicesima più ampia

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Al momento la quattordicesima mensilità viene riconosciuta solo a chi ha già compiuto 64 anni e ha un reddito di poco superiore al doppio della pensione minima, somma che supera di poco la soglia dei mille euro. Con la riforma si vuole ampliare il riconoscimento della quattordicesima a coloro che percepiscono un reddito che non supera i 1200 euro, anche se c'è chi vuole il tetto a 1500 euro mensili.


Foto: 123rf.com
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