Chiuse da due mesi, senza la possibilità di guadagno e con le spese sostenute e gli affitti da pagare, le autoscuole chiedono aiuto all'Esecutivo

di Gabriella Lax - Chiuse da due mesi, senza la possibilità di guadagno, con le spese e gli affitti da pagare. Si sentono abbandonate dal governo le autoscuole italiane, a loro non ha pensato nessuno.

Autoscuole, tutto fermo dai primi di marzo

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Nessun aiuto a distanza di un mese dal primo Dpcm che l'11 marzo scorso ha bloccato tutte le attività di formazione, comprese quelle delle autoscuole. Con l'ultimo decreto, firmato il 10 aprile, non sono arrivati chiarimenti sulle misure che il Governo intende attuare per far fronte ai mancati introiti di queste settimane nelle autoscuole e sui tempi e provvedimenti per una riapertura delle attività nel rispetto della sicurezza.

Autoscuole, l'allarme di Unasca

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Sono settemila le autoscuole nel nostro Paese e danno lavoro a circa 30mila persone. A riferirlo è l'Unasca (Unione nazionale autoscuole studi consulenza automobilistica) che ricorda come dai primi di marzo è sospesa l'attività delle scuole e aggiunge «Ciò che preoccupa maggiormente è l'incognita sulle tempistiche per la riapertura e la ripresa di tutte le attività: sono sospese tutte le pratiche inerenti il conseguimento delle patenti di guida per migliaia di utenti, e il rinnovo per gli autisti professionali della carta di qualificazione del conducente (cqc), documento essenziale per poter circolare». In sintesi: zero entrate da una parte e le spese correnti che continuano a pesare. Come chiarisce il segretario nazionale di Unasca Emilio Patella «Nessun titolare ha ancora percepito il bonus di 600 euro e nessun dipendente è stato beneficiato della cassa integrazione

. Molti colleghi sono già al limite, anche perché da gennaio alle patenti di categoria B è stata applicata l'iva al 22% e questo ha rallentato la richiesta da parte di molti giovani». Da qui la richiesta all'Esecutivo, affinchè «sia data attenzione alla nostra situazione. Vogliamo riprendere a lavorare - conclude Patella - appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno, adottando tutti i dispositivi di protezione che l'Istituto di Sanità riterrà opportuni».

Autoscuole, la proposta di Confarca

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A quella di Unasca si somma la denuncia di Confarca (Confederazione che rappresenta le scuole guida e gli studi di consulenza italiani) e il presidente, Paolo Colangelo, lancia un appello alla «ripresa immediata delle attività» attraverso la modalità degli esami teorici presso le sedi delle autoscuole. Ma Confarca ha già presentato una proposta al Governo e al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, per salvaguardare le 30mila persone che lavorano nel settore e che rischiano il licenziamento.

La proposta della Confarca, da inserire nelle misure anti-contagio, è un'indicazione preventiva nel pieno rispetto del distanziamento sociale, da attuare per tutte le attività a contatto con il pubblico, che eliminerebbe la problematica relativa agli spostamenti dalle sedi delle autoscuole verso le sedi provinciali delle Motorizzazioni civili, ed eventuali assembramenti e contagi dal coronavirus. Ci aspettiamo - conclude - che oltre alle tutele per assicurare l'istruzione e la formazione pubblica e privata, ce ne saranno di altrettanto adeguate alle attività delle scuole guida, laboratori di formazione didattica indispensabili per la sicurezza stradale».


Foto: 123rf.com
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