Da Bruxelles chiedono meno dati e più fatti. Restano pochi giorni al Governo Italiano per proporre misure concrete per scongiurare il deficit ed evitare la procedura d'infrazione

di Lucia Izzo - Restano pochi giorni all'Italia per adeguare i propri conti a seguito dell'ultimatum dato dall'Unione Europea.


Leggi anche: Eccesso di debito: Ue, procedura contro l'Italia


L'obiettivo è quello di evitare la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo (ex art. 126 TFUE), ma il tempo per convincere Bruxelles è ormai agli sgoccioli e la strada del dialogo non sembra essere più così facilmente percorribile.

Bruxelles: "meno dati, più fatti"

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Non è andato a buon fine, infatti, il tentativo del Ministro Tria volto a convincere i colleghi europei del miglioramento della situazione economica italiana. Il ministro dell'Economia ha partecipato nei giorni scorsi alle riunioni dell'Ecofin e dell'Eurogruppo in Lussemburgo, ma le sue posizioni rispetto a quelle degli interlocutori, il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici, sono apparse alquanto distanti.


Quello che preoccupa la Commissione è l'assenza di proposte concrete da parte dell'Italia per rimettere in carreggiata i conti pubblici. "Meno dati, più fatti" è ciò che pretendono i partner europei che hanno lasciato al Ministro Tria una lista di richieste puntuali: oltre a un espresso invito ad a presentare misure economiche per ridurre l'indebitamento, da Roma dovranno assecondare altre richieste, tra cui un taglio di 4 miliardi delle spese preventivate per il 2019, da utilizzare in futuro in caso di miglioramento dell'economia, nonché mettere da parte, almeno per il momento, il discorso "flat tax" tanto caro a Salvini.

Ma non è tutto: il Governo italiano dovrà indicare all'UE le misure che intende utilizzare per disinnescare le clausole di salvaguardia sull'IVA, che non hanno mai appieno convinto l'Europa. Per rispondere a simili richieste serviranno dichiarazioni univoche da parte di tutti i membri del Governo (e non solo quelle del Ministro dell'Economia), nonché provvedimenti concreti, ma Tria insiste che non ci saranno interventi legislativi.

Italia: si rischia la procedura per debito eccessivo

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La trattativa, dunque, appare alquanto difficoltosa e lo spettro della procedura per disavanzo eccessivo appare sempre più concreto, complice l'avallo anche da parte degli altri Governi dell'Eurozona a procedere contro l'Italia.

Appare dunque improbabile che tutto sia rimandato, come sperato, al prossimo autunno. L'UE, infatti, ha ridotto i tempi concessi all'Italia per scongiurare la procedura per debito per e dimostrare la volontà di ridurre il deficit Quindi, in assenza di concrete rassicurazioni, il 26 giugno la Commissione proporrà formalmente l'avvio della procedura e il 9 luglio spetterà poi all'Ecofin, ovvero ai ministri dell'economia e delle Finanze di tutti gli stati membri, dare il via libera definitivo.

Disinnescare la minaccia della procedura di infrazione per deficit eccessivo, tuttavia, potrebbe non essere cosa semplice soprattutto per le difficoltà di trovare una sintesi con Lega e M5S che, da un lato, spingono per la realizzazione della flat tax e, dall'altro, non sono propensi ad accettare tagli.

Ultimatum UE: le repliche di Salvini e Di Maio

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Lo dimostrano i toni adottati dal vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, apparsi poco concilianti sia verso i rappresentanti europei, sia verso i componenti del Governo qualora questi decidessero di bloccare il taglio delle tasse fortemente richiesto dal Ministro dell'Interno e che, purtroppo, sembra impossibile da realizzare senza incorrente nelle sanzioni europee.

Dalla sede della Lega di via Bellerio, al termine del Consiglio federale del partito, Salvini ha dichiarato: «I dati economici del primo trimestre sono assolutamente positivi e gli interessi sul debito che l'Italia sta pagando sono in continuo calo. A maggiore ragione non avrebbe spiegazioni o motivazione plausibile una infrazione, sanzione, multa, un accanimento da parte dell'Unione Europea nei confronti dell'economia italiana».


E la manovra economica, ha confermato Salvini, ci sarà e il governo ci sarà, ma solo «se scommette sulla scelta di tagliare le tasse. Se qualcuno dicesse facciamo la manovra e non tocchiamo le tasse, non la fanno con me la manovra economica» ha concluso.


Non si è lasciata attendere anche la reazione del leader del M5S, Luigi Di Mario: «Dobbiamo affrontare questa procedura d'infrazione per tutelare i conti dell'Italia - ha detto il Ministro del Lavoro, dopo un comizio a Sassari - ma anche abbassare le tasse e cercare di ottenere i risultati per i cittadini».


«Noi saremo responsabili, ma non fessi, sia ben chiaro - ha soggiunto poi il leader del Movimento - se qualcuno pensa di tagliare i servizi agli italiani, le pensioni, i soldi per le scuole dei nostri figli, su questo troverà nel governo italiano un muro di cemento armato».




Foto: 123rf.com
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