La Corte di Lussemburgo afferma che la procedura di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati prevista dal Ceta è in linea con il diritto Ue

di Redazione - La procedura di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati prevista dal Ceta (l'accordo di libero scambio tra Ue e Canada) è in linea con il diritto dell'Unione Europea. È quanto ha affermato la Corte di giustizia Ue, in un parere richiesto dal Belgio, paese dove il Comprehensive Economic and Trade Agreement ha trovato più ostacoli per via dell'opposizione della Vallonia di Paul Mignette.

Il punto più controverso del trattato riguarda la creazione di un tribunale, di una corte d'appello e di un tribunale multilaterale per gli investimenti destinati alla risoluzione delle controversie tra Stati e investitori. La misura molto contestata, in quanto considerata lesiva della sovranità dei paesi membri, ha il fine di garantire agli investitori un giudice "terzo" per risolvere le controversie che possono sorgere con i singoli Stati.

Per la Corte, tuttavia, il meccanismo previsto dal Ceta "contiene garanzie sufficienti per assicurare l'indipendenza dei membri dei tribunali previsti".

Il parere dei giudici di Lussemburgo è stato accolto "con favore" da parte della commissione Ue, come affermato dal portavoce capo dell'esecutivo Ue Margaritis Schinas, dopo il collegio dei commissari a Bruxelles.

La procedura di risoluzione delle controversie sostituisce il sistema precedente per affrontare le liti tra imprese e Stati ed "è parte dell'accordo che abbiamo concluso con il Canada, con Singapore e con il Vietnam" ha detto Schinas, secondo cui dopo il parere della Cgue, "nessun cambiamento deve essere apportato al testo del Ceta - per cui - il procedimento di ratifica può andare avanti".

Vai alla guida Ceta: il trattato commerciale Europa-Canada


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