L'avviso del Mef, per dare "lavoro" per due anni a persone con curriculum accademico consolidato, a condizione di non ricevere compensi scatena l'ira di avvocati e professionisti

di Gabriella Lax - Un incarico di due anni per svolgere attività di consulenza al Mef (ministero dell'Economia e delle Finanze), tutto però senza alcuna retribuzione. Il bando è stato pubblicato il 27 febbraio e scade il 14 marzo.

Mef, il bando della discordia

La finalità della III direzione del dipartimento del Tesoro è di avere soggetti con specifiche competenze in materia di diritto bancario, societario e dei mercati finanziari, figure ad alta professionalità con percorsi accademici consolidati e curriculum professionale anche a livello europeo. Ma, tutto questo, senza alcuna retribuzione. Ben si comprende perché l'avviso di manifestazione d'interesse abbia scatenato l'ira funesta di dell'Aiga e dell'Ungdcec.

Lo sgomento di Aiga e Ungdcec

È stata l'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) in primis, ad esprimere preoccupazione per la pubblicazione del bando per il conferimento di incarichi a titolo gratuito. «È un controsenso - si legge in una nota - introdurre il reddito di cittadinanza per "accompagnare" gli individui verso l'inclusione sociale e lavorativa e poi si chiede ai giovani professionisti, che hanno impiegato tempo e sacrifici per la loro formazione professionale, di svolgere incarichi a titolo gratuito!». Sostanzialmente una richiesta di personale che è in netto contrasto con la normativa sull'equo compenso del 2018, in cui si è stabilito che è vietato corrispondere compensi non commisurati alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Alla preoccupazione dell'Aiga fa eco quella dell'Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili) che, per bocca del presidente Daniele Virgillito, dal loro sito evidenziano «La questione non riguarda solo gli avvocati, ma anche gli altri professionisti. Siamo indignati che sia addirittura il Ministero a non attribuire alcun "valore" alla competenza, al merito e alla professionalità. È un controsenso, conclude, che mentre si introduce il reddito di cittadinanza, allo scopo di "accompagnare" gli individui verso l'inclusione sociale e lavorativa, si chiede ai giovani professionisti, che hanno impiegato tempo e sacrifici per la loro formazione professionale, di svolgere incarichi a titolo gratuito!».


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