Firmata la convenzione di 5 anni tra il ministero della giustizia e la Croce rossa italiana per la messa alla prova di oltre 350 imputati nei comitati Cri in tutta Italia

di Redazione - Raggiunta l'intesa tra la Croce Rossa e il ministero della Giustizia per la messa alla prova. Il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo e il segretario generale della Croce Rossa italiana Flavio Ronzi hanno sottoscritto, in questi giorni, la convenzione della durata di cinque anni, in base alla quale 354 imputati potranno fare richiesta di svolgere lavori di pubblica utilità, ai fini della messa alla prova, in più di 100 Comitati Cri in tutta Italia. Lo comunica una nota di via Arenula.

La messa alla prova

La messa alla prova, ricorda il ministero, "è un procedimento speciale, introdotto anche per gli adulti nel 2014, al quale l'imputato può accedere, una sola volta e per reati puniti con pena non superiore a quattro anni, per ottenere l'estinzione del reato, dopo avere svolto gratuitamente lavori di pubblica utilità a favore della collettività, che viene così risarcita del danno causato".

Gli imputati ammessi alla messa alla prova potranno svolgere, lavori socio-sanitari con persone con problemi di alcolismo o tossicodipendenza, diversamente abili, malati, anziani, minori e stranieri e attività di protezione civile, anche mediante soccorso alla popolazione in caso di calamità naturali, e di manutenzione di beni pubblici.

Una opportunità, insomma, si legge ancora "che da oggi, grazie al protocollo siglato, potrà essere garantita a un numero maggiore di soggetti ancora in attesa".

Messa alla prova, i dati

Gli imputati che scelgono tale strada alternativa al processo sono in costante crescita, ricorda il ministero: le misure eseguite sono passate dalle 9.690 del 2015 alle 23.492 del 2017, con un incremento del 142%.

Sono aumentate inoltre del 57% le istanze pervenute, passate da 9.185 a 14.385.

Messa alla prova: Bonafede "convenzione con Cri di grande importanza"

La firma della convenzione con la Cri, ha commentato il ministro Alfonso Bonafede "rappresenta un'iniziativa di grande importanza che lo Stato mette in campo per garantire una seconda opportunità ai cittadini che hanno commesso errori ma che intendono intraprendere un percorso di riabilitazione e responsabilizzazione".

La possibilità di svolgere attività lavorative gratuite a beneficio della collettività consente, infatti, "all'imputato

di rimediare al danno causato, restituendo qualcosa di quello che, con i comportamenti devianti, è stato sottratto alla comunità d'appartenenza - ha proseguito Bonafede ringraziando la Croce Rossa Italiana per l'attenzione e sensibilità dimostrate rispetto a questi temi - Prendersi cura degli altri, aiutare una persona bisognosa, occuparsi della tutela di un bene pubblico o prestare soccorso ad una popolazione in difficoltà: sono tutti impegni ad elevato valore sociale che permettono all'imputato di riscattarsi, e di 'mettere alla prova' la propria intenzione di cambiamento e crescita personale".

'Questa firma rientra in un quadro di collaborazione tra lo Stato e la società civile, al quale la Croce Rossa Italiana intende dare un contributo in termini di progettualità, strutture e risorse" ha detto il segretario generale Flavio Ronzi. "Crediamo fortemente che quello della messa alla prova rappresenti prima di tutto un momento di riflessione e responsabilizzazione per quelle persone che, pur avendo sbagliato, restituiscono alla società qualcosa con lavori di pubblica utilità. Inoltre - ha concluso il segretario della Cri - questa convenzione con il Ministero è anche un modo per far conoscere ai cittadini un istituto ancora poco diffuso".

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