di Gabriella Lax - Adesso il governo tira le fila sul capitolo pensioni. L'esecutivo infatti, dopo gli incontri con le principali sigle sindacali, avrà tempo fino ad ottobre per valutare le situazioni annunciate riguardanti l'assegno per i giovani, l'età pensionabile e lo sconto per le lavoratrici mamme. L'ostacolo fondamentale nella via sicuramente è rappresentato dalla base economica per arrivare ai cambiamenti auspicati.
Ecco intanto le novità prospettate:
Pensione sconto per le mamme
Una delle ipotesi vagliate per l'accesso delle donne all'Ape social è la riduzione dei requisiti contributivi per le donne con figli che intendono accedere al pensionamento anticipato. L'esecutivo vorrebbe allargare la platea delle donne che possono farvi ricorso. L'anticipo pensionistico consente il ritiro a 63 anni, senza costi per il lavoratore ed è riconosciuto ad alcune categorie svantaggiate. Per le donne lo sconto sarebbe di sei mesi per figlio, fino a un massimo di due anni (con 4 figli). Così per le donne disoccupate gli anni di contributi richiesti scenderebbero da 30 a 28; per le lavoratrici che svolgono attività gravose, scenderebbero da 36 a 34. In questo modo la platea potrebbe aumentare dall'attuale 29% delle domande femminili ad un 40%.
Pensione di garanzia ai giovani
Un assegno minimo da 650 euro per i giovani che andranno in pensione con il contributivo, anche se i premi versati non sono sufficienti a garantirlo, con una riduzione quindi della soglia prevista. L'idea del ministro del lavoro Poletti, esposta ai sindacati lo scorso 30 agosto, è destinata ai giovani che rientrano interamente nel sistema contributivo, che hanno iniziato a versare le contribuzioni da gennaio 1996 e che vivono carriere lavorative discontinue. Il Governo
ha pensato ad una pensione prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi, considerato che hanno maturato un trattamento pari a 1,2 volte l'assegno sociale (448 euro), al posto dell'attuale 1,5. In pensione andrebbero con un assegno minimo di circa 650-680 euro, considerato che aumenterebbe la cumulabilità tra assegno sociale e pensione contributiva. Così verrebbe elevata la quota cumulabile dell'assegno sociale dall'attuale un terzo fino al 50% (ossia 224 euro), maggiorazioni sociali comprese.L'appuntamento successivo coi sindacati è fissato ai primi di ottobre, non prima dell'approvazione della nota di programmazione economica e del G7 programmato a Torino a fine mese. Le sigle sindacali non restano con le mani in mano e annunciano che verranno presentate iniziative a sostegno delle proposte vagliate dal governo.
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