Approvati ieri in via preliminare dal Governo i decreti attuativi della riforma Madia. In allegato i testi

di Marina Crisafi - Dirigenti P.A. con incarichi a tempo e taglio del 40% delle camere di commercio, oltre alla semplificazione della disciplina degli enti di ricerca. Sono questi i punti salienti dei decreti attuativi della riforma Madia che hanno ricevuto ieri sera il primo sì da parte del Consiglio dei Ministri, aggiungendo gli ennesimi tasselli al cammino di trasformazione della pubblica amministrazione avviato ormai quasi a compimento. La riunione dell'esecutivo, servita anche a deliberare lo stato d'emergenza per i territori del centro Italia colpiti dal terremoto, con lo stanziamento dei primi 50 milioni di euro, ha dato il via all'approvazione di altri 4 decreti della riforma.

Nel dettaglio:

Dirigenti P.A. a tempo

Il decreto legislativo

sulla dirigenza pubblica approvato in esame preliminare prevede che gli incarichi dirigenziali nella p.a., accessibili per corso-concorso o per concorso, durino quattro anni, prorogabili solo una volta, per altri due anni. Ogni qualvolta scade un incarico, i dirigenti saranno messi in disponibilità fino al conferimento di un incarico nuovo. Tale situazione di "stallo" può perdurare solo un anno, decorso il quale, se non ci saranno nuovi incarichi, gli stessi saranno licenziati, potendo, in alternativa, accettare un demansionamento a funzionari. Il provvedimento trasforma anche la scuola nazionale dell'amministrazione (Sna) in agenzia sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, con funzioni di reclutamento e formazione del personale della PA e con l'obiettivo di assicurare una formazione omogenea della dirigenza. Presso il Dipartimento della funzione pubblica, inoltre, è istituita la Commissione per la dirigenza statale (così come, analogamente è istituita anche la Commissione per la dirigenza regionale e la Commissione per la dirigenza locale) con il compito di preselezionare i candidati ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali generali ed effettuare la valutazione ex post delle scelte effettuate dalle amministrazioni per altri incarichi.

Camere di commercio, taglio del 40%

Il decreto di "riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura", approvato in via preliminare dal Cdm, prevede un piano di razionalizzazione "in un'ottica di efficientamento, di efficacia e di riforma della governance delle Camere di commercio". Nello specifico, entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, il numero complessivo delle Camere si ridurrà dalle attuali 105 a non più di 60, secondo i seguenti criteri: almeno una Camera di commercio per Regione; accorpamento delle Camere di commercio con meno di 75mila imprese iscritte.

Per ridurre i costi di funzionamento delle Camcom, il decreto prevede 4 azioni che riguardano: "la riduzione del diritto annuale a carico delle imprese del 50%; la riduzione del 30% del numero dei consiglieri; la gratuità per tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori; una razionalizzazione complessiva del sistema attraverso l'accorpamento di tutte le aziende speciali che svolgono compiti simili, la limitazione del numero delle Unioni regionali ed una nuova disciplina delle partecipazioni in portafoglio".

Enti di ricerca semplificati

A ricevere un primo sì dal Cdm è stato anche il decreto relativo alla "semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca", che prevede per la prima volta che gli Epr abbiano un riferimento normativo comune, eliminando molti dei vincoli gestionali previsti per la P.A. con regole più snelle e appropriate alle esigenze del settore. Viene prevista l'autonomia gestionale e statutaria per gli enti, il recepimento della Carta europea dei ricercatori e maggiore libertà nelle assunzioni dei ricercatori. Come accade già per le Università, inoltre, gli enti che hanno risorse per farlo potranno assumere liberamente entro il limite dell'80% del proprio bilancio. L'unico vincolo sarà il rispetto del budget.

Disciplina del Comitato italiano paralimpico

L'ultimo decreto legislativo approvato in esame preliminare dall'esecutivo riguarda, infine, la disciplina del Comitato italiano paralimpico.

Nello specifico, il provvedimento, nel riconoscere le peculiarità dello sport per persone con disabilità, si legge nel comunicato del Governo, "prevede la trasformazione del Cip in ente autonomo di diritto pubblico" che dovrà funzionare utilizzando parte delle risorse finanziarie attualmente in disponibilità o attribuite al Coni.

Decreto legislativo dirigenti P.A.

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