Entro venerdì il voto finale e poi tocca al Senato

di Marina Crisafi - Ore calde per la conversione del decreto legge di riforma della giustizia sul quale oggi il Governo ha deciso di porre la fiducia alla Camera. Di fronte alle centinaia di emendamenti presentati e all'ostruzionismo delle opposizioni, il rischio era una dilatazione notevole dei tempi di approvazione. Così alla fine stamattina il ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha annunciato la fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del provvedimento nel testo approvato dalla Commissione (qui sotto allegato).

La votazione si terrà domattina alle 11 a partire dalle 9,15 e il voto finale è atteso per venerdì alle 13. Dopo di che il testo partirebbe per l'esame finale del Senato.

Norme blindate, dunque, fatta eccezione per le due uniche correzioni apportate in Commissione sul processo telematico e i suoi costi, mentre non hanno trovato accoglimento gli emendamenti sul fronte dei concordati preventivi tesi ad eliminare le principali modifiche introdotte dalla Commissione giustizia sul ritorno del 20% di "soddisfazione" minima per i creditori chirografari nel concordato liquidatorio e sulla cancellazione della previsione dell'approvazione, tramite silenzio-assenso dei creditori, del piano di concordato.

Nel calderone del d.l. n. 83/2015 che, si ricorda, introduce diverse e sostanziali modifiche in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria, hanno trovato posto, tra le polemiche, anche la norma c.d. "salva-Ilva" (originariamente contenuta in altro decreto) e quella per scongiurare la scopertura degli uffici giudiziari conseguente agli effetti della "messa a riposo" dei magistrati stabilita da riforma precedente.


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Il testo del decreto di riforma della giustizia approvato dalla Commissione

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