ITALIANI SUPERSTARtassati. Storie di quotidiana ingiustizia n.1.

Di questi tempi tornerà in auge il desiderio di fare il calciatore, ma non solo a piccoli tirapalle in erba, probabilmente anche ai loro papà (e mamme, se mai interessasse ingrossarsi i polpacci con un paio di parastinchi).

Su repubblica.it infatti leggo un articolo assai interessante che titola "Italia, paradiso fiscale dei calciatori. Aliquote più basse di Spagna e UK". Ohibò, ma non eravamo noi uno tra i popoli più tartassati della UE?

Effettivamente i dati parlano più che chiaro. Un giocatore che percepisce due milioni di euro a stagione può scegliere tra le seguenti opzioni:

versare 927mila euro alla Premier League= 46,35%

versare un milione alla Liga spagnola (ormai lontani i tempi del 24% di aliquota per attirare campioni al livello di Beckham)= 50%

versare 876 mila alla Bundesliga= 43,8%

versare 874 alla Serie A= 43,7%

Per risparmiare ancora un po' (ma trattasi di decine di migliaia di euro, un nonnulla) potrebbe anche trasferirsi in Francia (dove attualmente verserebbe 806 mila, ma forse cambierete idea leggendo qui di seguito) oppure optare per Svizzera (extra-Ue) o Bulgaria, veri paradisi fiscali ma non proprio appetibili professionalmente parlando. Oppure giocare anche per un altro Continente, come gli Stati Uniti, che se anche Obama dovesse alzare le tasse ai super-ricchi, al massimo si parla di un 39,6%, niente a confronto di un ipotetico 75% francese. già perché Hollande, nonostante la batosta presa dalla Corte Costituzionale è intenzionato a tornare all'attacco e trovare un escamotage per tartassare i suoi ricconi; altrimenti perché mai Depardieu e la Deneuve avrebbero già di buona lena accettato il passaporto russo? Previdente Ibrahimovic che obbligò il PSG a versare il compenso pattuito al netto delle tasse.

Ora, noi poveri impiegati o anche liberi professionisti, ma perché mai ci tocca pagare di più?

In realtà già guadagnandone molto meno riusciamo a subire tartassamenti, tra Irpef, Imu, Bolli vari, Canone Rai pari ad un bel 55%. Lo conferma anche Befera in questa triste constatazione:"C'è una maggioranza silenziosa che non evade, sulla quale la pressione fiscale è del 55% . Ma in qualche caso la pressione è anche superiore, alcuni imprenditori mi hanno parlato del 70%". Quindi se ne guadagnassi due di milioni, come impiegato ne dovrei dare 1milione e 100 mila al Fisco e se avessi la sfortuna di essere imprenditore addirittura 1milione e 400 mila euro. Ma siamo impazziti?

Immedesimandomi però nel grande Benigni rammento (a me stessa, per cercare di essere più zen) il principio stabilito dall'articolo 53 della Costituzione italiana: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".

Allora perché un avvocato o qualsiasi altro lavoratore autonomo o dipendente deve concorrere a queste spese in percentuali maggiori di un calciatore? Misteri italici.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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