L'addizionale comunale Irpef potrebbe subire un nuovo aumento quale effetto delle disposizioni contenute nella manovra di recente approvazione, e l'impatto della nuova aliquota tradursi in una nuova stangata per gli italiani. In virtù dello sblocco totale delle addizionali disposto dal Governo, i Comuni avranno infatti la possibilità di compensare le perdite procurate dai severi tagli degli ultimi anni, e rimpinguare le esangui casse comunali. L'aliquota potrebbe duinque essere innalzata, per la seconda volta quest'anno dopo il primo sblocco parziale, fino a raggiungere un valore massimo pari allo 0,8%. "Con questa misura - fa notare Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - rischiamo 2,6 miliardi di tasse comunali in più. Una vera e propria stangata che si abbatterà sulle famiglie e sulle piccole imprese. A corto di risorse e vincolati dalle disposizioni previste dal Patto di stabilità interno - continua Bortolussi - appare abbastanza probabile che molti Sindaci approfitteranno di questa possibilità per fare cassa.
Infatti, non rientrando nei decreti sul federalismo fiscale che vietano un incremento della pressione fiscale, questo sblocco totale delle addizionali comunali Irpef andrà ad appesantire la tassazione locale sui contribuenti italiani". Secondo gli studi della CGIA di Mestre, il gettito derivante dall'applicazione dell'addizionale comunale Irpef il cui valore, attualmente, raggiunge un massimo applicabile inferiore allo 0,4%, è stimato in circa 3 miliardi di euro. Se i Sindaci dovessero procedere ad un ulteriore aumento, innalzando l'Irpef sino al massimo consentito (0,8%), si stimano 2,63 miliardi di euro di tasse comunali in più. Questo significherebbe un costo medio a livello nazionale, di 85 euro all'anno per ciascun contribuente. Le più penalizzate sarebbero le fasce di reddito più alte e, a livello regionale, il Trentino A.A. (+178 euro per contribuente), la Valle d'Aosta (+164 euro) ela Lombardia (+130 euro).
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