Buone notizie per i vacanzieri che hanno subito furti durente un soggiorno in hotel. Secondo la Cassazione se il servizio di custodia è carente l'albergatore deve risarcire il danno. La Corte (sentenza 10493/2009) ha infatti stabilito che "l'albergatore puo' certamente porre dei limiti di orario al servizio di custodia e cosi' usufruire del corrispondente risparmio di costi, ma poi non puo' riversare sulla clientela i conseguenti rischi ove il furto si verifichi nelle ore di indisponibilita' del servizio e alla limitazione si uniscano lacune nella sorveglianza dei locali e delle chiavi delle camere". I Giudici di Piazza Cavour si sono occupati del caso di un furto avvenuto ai danni di una turista romana che la notte prima di lasciare l'albergo aveva ritirato una sua pelliccia e, durante la notte, qualcuno si era introdotto nella sua stanza rubandole il capo. La donna aveva dunque chiesto il risarcimento del danno. I giudici di merito, spiega la Corte, "apoditticamente" hanno ritenuto "inesigibile un servizio sempre aperto, senza mettere in relazione" il furto "con il comportamento complessivo dell'albergatore e con l'inadeguatezza dei servizi alberghieri di sorveglianza". In sostanza la "colpa dell'albergatore va individuata tenendo conto che, in relazione all'attivita' di impresa, costituiscono colpa anche le carenze di carattere organizzativo che abbiano esposto i beni dei clienti a rischi ai quali non sarebbero stati esposti, ove l'imprenditore
avesse affrontato i costi necessari a fornire uno standard di sicurezza piu' elevato, in relazione ai rischi ordinariamente prevedibili ed evitabili e tenuto conto della natura e del valore della prestazione alberghiera".

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