Anche se la famiglia si è disgregata ed i figli se ne sono andati di casa occorre garantire una tutela ai massimi livelli del nucleo familiare giacché i vincoli spirituali restano intatti. E' quanto afferma la Terza sezione civile della Corte di Cassazione in una sentenza (n.14845/2007) redatta dal Consigliere Giovanni Battista Petti che già in passato si era pronunciato in favore di una apertura alle coppie di fatto. Questa volta l'interesse della Cassazione si è rivolto al valore della famiglia fondata sul matrimonio.
La vicenda ha avuto inizio a seguito di una domanda di risaricmento danni per la morte di un prossimo congiunto a seguito di un incidente stradale. I giudici di merito avevano dimezzato il risarcimento ai genitori e ai fratelli della vittima considerato che era venuta meno la convivenza.
I giudici di Piazza Cavour hanno riformato la sentenza ed hanno accolto il ricors dei familiari sottolineando che la decisione di merito, basata sul fatto che la famiglia si era disgregata con l'andata via da casa del figlio, è censurabile e frutto di una "visione cupa ed egoistica di una societa' disgregata" che non tiene conto "della integrita' e della solidarieta' di una famiglia fondata sul matrimonio e sulla comunione degli affetti e del reciproco sostegno".
La Cassazione, spiega che tutto questo non viene meno quando i figli prendono la loro strada.
In merito al valore della convivenza i Giudici chiariscono che "il vincolo della vita in comune, la comunione di affetti e di solidarieta' ben puo' sussistere anche nel caso di una scelta di vita autonoma del figlio, essendo i vincoli spirituali altrettanto stretti e degni di tutela".

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