Dal 1° gennaio 2022 i datori di lavoro che otterranno la certificazione di parità potranno ottenere un bonus consistente in un esonero contributivo

Certificazione di parità da gennaio 2022

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La legge n. 162 del 5 novembre 2021 ha modificato alcune disposizione del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna) e ha previsto altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo.

La novità più importante e interessante della legge è sicuramente l'istituzione della certificazione della parità di genere, che permette alle imprese che ne siano dotate, di beneficiare di un esonero contributivo.

La legge però estende inoltre l'obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale alle imprese che occupano più di 50 lavoratori, al posto delle precedenti 100 unità e ridefinisce la nozione di discriminazione diretta e indiretta sempre in ambito lavorativo.

La certificazione della parità di genere

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Abbiamo detto che la novità più importante della legge è rappresentata dalla certificazione della parità di genere, ossia un documento che a partire dal primo gennaio 2022 dovrà attestare "le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità."

Della certificazione di parità sono oscuri ancora alcuni punti, che spetterà al Presidente del Consiglio dei ministri definire con l'emanazione di uno più decreti, su proposta del Ministro delegato per le pari opportunità di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dello sviluppo economico.

Questi gli aspetti ancora da definire della certificazione di parità:

  • i parametri minimi per poter ottenere la certificazione della parità di genere da parte delle aziende pubbliche e private che occupano fino a 50 dipendenti (per questi su base volontaria) o più di 50 dipendenti, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta, alle opportunità di fare carriera e alla possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro, anche con riferimento alle lavoratrici in stato di gravidanza;
  • le modalità con le quali acquisire e monitorare i dati trasmessi dai datori di lavoro e resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
  • come coinvolgere le rappresentanze sindacali aziendali, le consigliere e i consiglieri di parità delle Regioni, delle città metropolitane e degli enti di area vasta sia nella fase del controllo che della verifica del rispetto dei parametri sopra indicati ai fini del rilascio della certificazione;
  • i modi e le forme con cui la certificazione della parità di genere dovrà essere resa pubblica.

Bonus per le aziende private nel 2022

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Il bonus verrà riconosciuto nel 2022 alle aziende private che saranno in possesso della certificazione di parità nel limite dei fondi stanziati pari a 50 milioni di euro. Bonus che consisterà in un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore, ferma restando l'aliquota di computo per le prestazioni pensionistiche.

Bonus che comunque non potrà superare l'1% di quanto dovuto e sempre nel limite dei 50.000 euro annui per ogni azienda, importo che sarà riparametrato e calcolato su base mensile con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delegato per le pari opportunità. Provvedimento questo che dovrà essere adottato entro il 31 gennaio 2022 e che dovrà rispettare come anticipato il tetto dei 50 milioni di euro.

Fondi europei e aiuti per chi ha la certificazione

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Il possesso della certificazione rappresenterà per le aziende private che ne siano in possesso alla data del 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento, un requisito importante per il riconoscimento di un punteggio premiale per ottenere fondi europei nazionali e regionali e aiuti di Stato.

Le amministrazioni pubbliche potranno invece indicare negli avvisi, negli inviti e nei bandi di gara per l'acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere, in che modo il possesso della certificazione di parità di genere da parte delle aziende private, alla data del 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sarà preso in considerazione ai fini della valutazione dell'offerta.

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Foto: 123rf.com
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