Chi teme che foto o video intimi possano essere diffusi senza consenso su Facebook o Instagram, potrà segnalare questo rischio e ottenere che le immagini siano bloccate

Il contrasto al Revenge porn

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Se non c'è il consenso c'è il reato. Stiamo parlando del Revenge porn. Il primo caso fu quello della giovane Tiziana Cantone che nel 2016 si suicidò dopo che il fidanzato aveva diffuso in rete delle immagini intime. L'ultimo caso è quello relativo alle accuse al figlio di Beppe Grillo. Vendetta o no, i motivi per pubblicare video di una persona senza il suo consenso possono essere tantissimi. A tutela di queste situazioni delicate, frutto della collaborazione tra Garante Privacy e Facebook, nasce un canale di emergenza per le vittime potenziali dunque per aiutare le persone che temono la diffusione senza il loro consenso di foto o video intimi.

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Il blocco delle immagini o video

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Chi teme che foto o video intimi possano essere diffusi senza consenso su Facebook o Instagram, potrà segnalare questo rischio e ottenere che le immagini siano bloccate. Il canale di segnalazione preventiva è quello attivato lo scorso anno in Italia, come programma pilota, da Facebook

e che è stato accessibile fino ad ora nel nostro Paese solo attraverso una associazione no profit. Dallo scorso 8 marzo le persone maggiorenni che temono che le proprie immagini intime, presenti in foto e video, vengano condivise, possono dunque rivolgersi al Garante Privacy, consultando la pagina www.gpdp.it/revengeporn, per segnalarne l'esistenza in modo sicuro e confidenziale a Facebook e farle bloccare.

Programma pilota sulle immagini intime non consensuali (NCII)

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Per evitare abusi come la condivisione di immagini intime abuso e tenere questi contenuti fuori Facebook e Instagram, le piattaforme hanno intrapreso un percorso di collaborazione con organizzazioni no profit internazionali che aiuteranno le potenziali vittime a condividere eventuali immagini intime o video intimi in modo sicuro e protetto, per impedire che tali contenuti possano essere divulgati su Facebook e Instagram. si legge in presentazione «Vogliamo offrire un'opzione di emergenza alle vittime che temono che le proprie immagini intime possano essere pubblicate, nonché evitare uno scenario potenzialmente pericoloso in cui un'immagine viene ampiamente condivisa. Questo programma è del tutto volontario. Eliminiamo le immagini e collaboriamo con le organizzazioni non governative che partecipano al programma pilota per assicurare che le persone abbiano accesso ai servizi e alle risorse di sostegno di cui potrebbero aver bisogno.

Garante privacy, il modulo da compilare

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Nella pagina del Garante privacy, le potenziali vittime di pornografia non consensuale trovano un modulo da compilare per fornire all'Autorità le informazioni utili a valutare il caso e a indicare all'interessato il link per caricare direttamente le immagini sul programma. Una volta caricate, le immagini verranno cifrate da Facebook tramite un codice "hash", in modo da diventare irriconoscibili prima di essere distrutte e, attraverso una tecnologia di comparazione, bloccate da possibili tentativi di una loro pubblicazione sulle due piattaforme.


Foto: 123rf.com
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