Sono tantissimi, arrivano da Gran Bretagna, poi Francia e Svizzera e spostano la loro residenza in Italia: con 100 mila euro sono in regola con l'Erario

L'esercito dei super paperoni

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Crescono l'adesione per la formula introdotta dal governo Renzi e in Italia sbarca l'esercito dei super "Paperoni". Così sono stati definiti i ricchi che, in virtù una legge dà loro la possibilità di trasferire la residenza fiscale in Italia di pagare sulle proprie attività economiche estere una tassa fissa di 100 mila euro l'anno. Pochissimo in relazione agli averi di questi benestanti.

L'obiettivo della tassa sui super paperoni

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La tassa è stata introdotta con la legge di Bilancio 2017 , con Matteo Renzi premier: non è una flat tax, come impropriamente definita, nella pratica sostituisce l'Irpef sui redditi prodotti oltre confine. È un'imposta fissa, che dura massimo 15 anni. È stata pensata non per fare cassa, piuttosto, a lungo termine, per far arrivare in Italia consumatori ricchi, quindi con alta capacità di spesa, così da avere effetti positivi sull'IVA e nel settore del lusso. Un obiettivo che è stato raggiunto, in parte, se si pensa che gli arrivi dei ricchi, per il solo 2019 sono stati di 421 nuovi ingressi nel nostro Paese provenienti da Gran Bretagna, Francia e Svizzera. Riguardo all'anno 2019 il gettito per l'Erario è di almeno 42,1 milioni di euro, esclusa la parte prodotta dai familiari, non nota. Infatti, con un ammontare di 25.000 euro a testa, la tassa può essere applicata anche ai familiari dei paperoni.

Calciatori e sportivi super paperoni

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Da sottolineare che non sempre nella previsione possono essere ricompresi calciatori e sportivi professionisti stranieri che vengono a giocare in Italia: se non hanno molti redditi esteri, è più conveniente la detassazione del 50% introdotta dal decreto Crescita del 2019 (Dl 34), applicabile per cinque anni dal trasferimento nel nostro Paese e rinnovabile a certe condizioni per altri cinque anni.

Come funziona la tassa sui super paperoni

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L'opzione per la tassa fissa viene fatta nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno in cui il nucleo familiare trasferisce la propria residenza fiscale in Italia (o alla dichiarazione successiva). Sarà il fisco, tramite l'Agenzia delle entrate a verificare se il richiedente ha diritto o meno al regime. La tassa può riguardare le persone fisiche (non le società) che trasferiscono la residenza fiscale in Italia. Per almeno nove dei dieci anni d'imposta precedenti all'opzione deve risultare la residenza all'estero. L'imposta fissa di 100.000 euro colpisce i redditi prodotti all'estero, come evidenziato, per un massimo di 15 anni. Il versamento del forfait deve essere effettuato in un'unica soluzione, per ciascun periodo di imposta di efficacia del regime, entro la data prevista per il versamento del saldo delle imposte sui redditi. Da ricordare, in ultimo, che per i redditi prodotti in Italia si applicano invece le aliquote ordinarie Irpef previste in Italia.


Foto: 123rf.com
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