È stato il decreto Semplificazioni a stabilirlo: i professionisti che non comunicano il proprio domicilio digitale all'albo o elenco a cui sono iscritti, rischiano la sospensione

Domicilio digitale obbligatorio per i professionisti

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Per il legge i professionisti che non comunicano il proprio domicilio digitale all'albo o elenco a cui sono iscritti, rischiano la sospensione. Lo ha stabilito il decreto Semplificazioni (all'articolo 37) a inizio luglio provando a mettere i puntini sulle "i" in modo che gli operatori economici (professionisti, ma anche imprese) adempiano finalmente tutti all'obbligo di dotarsi di un indirizzo digitale (ossia una pec) per comunicare in modo certo con Pa e cittadini.

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Pec, professioni legali in regola

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Come chiarisce il Sole 24 Ore, per quanto riguarda gli iscritti agli Ordini degli avvocati, commercialisti, notai e consulenti del lavoro sono già censiti nel registro della posta elettronica certificata, Ini-Pec, valido per imprese e professionisti, nato con il Codice dell'amministrazione digitale. A luglio nel registro avevano comunicato la propria posta elettronica certificata quasi 250mila avvocati, oltre 5mila notai, 118mila commercialisti e 24mila consulenti del lavoro. In pratica, tutti quelli che risultano iscritti ai rispettivi Albi professionali.

Pec, categorie in ritardo

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Proseguendo coi calcoli, risulta che su oltre 2,3 milioni di professionisti, solo 1 milione e 783mila risultano censiti in Ini Pec. Certo, con un balzo significativo negli ultimi cinque anni: + 48% rispetto a 1,2 milioni del 2015. Ai primi posti, come chiarito, ci sono fiscalisti, avvocati, consulenti del lavoro e notai, categorie obbligate quotidianamente a dialogare con i propri interlocutori pubblici solo con Pec; più indietro restano i professionisti che, al contrario, usano meno l'identità digitale per lavoro: tra questi, ostetriche, assistenti sociali e giornalisti.

Pec, sanzioni l'inadempimento digitale

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La disposizione si rende necessaria considerando che la previsione legislativa che prevede l'obbligo di comunicazione è rimasta largamente inattuata. La nuova normativa del decreto prevede che i professionisti si troveranno con una sanzione per un adempimento digitale che potrebbe portare fino alla sospensione. È differente anche il contenuto dell'obbligo: se prima i professionisti dovevano comunicare al proprio ordine un indirizzo Pec personale, ora dovranno comunicare il proprio domicilio

digitale (in sostanza, un indirizzo elettronico certificato inserito nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) e reso disponibile a tutte le pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi». Oltre alle sanzioni per i professionisti, il decreto amplia la platea dei lavoratori che possono ottenere il domicilio digitale: infatti, la possibilità verrà concessa anche ai professionisti non iscritti ad albi o a ordini professionali.

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Foto: 123rf.com
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