Il decreto agosto approvato "salvo intese" prevede una nuova tranche per il reddito d'emergenza a sostegno dei nuclei familiari più deboli

Proroga per il Reddito d'emergenza, a sostegno dei nuclei più deboli

[Torna su]

Tra i punti del decreto agosto, approvato dal Governo salvo intese, c'è il nuovo reddito di emergenza, che beneficerà di una proroga per le famiglie in difficoltà, la cui condizione economica si è ulteriormente aggravata a causa dell'emergenza Covid.

Arriva una nuova tranche del Rem con una quota una tantum, da 400 a 800 euro (nel calcolo dell'ammontare, la misura ripropone quanto previsto nel dl Rilancio). Arriva anche un Fondo per la formazione delle casalinghe da 3 milioni l'anno a partire dal 2020.

Reddito d'emergenza, terza tranche

[Torna su]

Il nuovo reddito di emergenza dovrà essere richiesto entro il 15 ottobre, data che dovrebbe chiudere lo stato di emergenza, già prorogato dal Governo. Il Rem è stato istituito con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, come misura straordinaria di sostegno al reddito a sostegno dei nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica causata dall'emergenza epidemiologica da Coronavirus, in possesso di determinati requisiti di residenza, economici, patrimoniali e reddituali.

Il Rem è riconosciuto ai nuclei familiari in cui il richiedente deve essere residente in Italia al momento di presentazione della domanda. ci sono poi requisiti economici (relativi all'intero nucleo familiare, come individuato dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini dell'Isee valida al momento della presentazione della domanda di Rem): un valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2020, inferiore alla soglia corrispondente all'ammontare del beneficio.

Restano le incompatibilità del Rem con: le indennità Covid, le prestazioni pensionistiche, ad eccezione dell'assegno ordinario di invalidità, i redditi da lavoro dipendente, se la retribuzione lorda complessiva è superiore alla soglia massima di reddito familiare, il reddito e la pensione di cittadinanza.

Decreto Agosto e blocco dei licenziamenti

[Torna su]

Il blocco dei licenziamenti sarà legato a disponibilità e utilizzo della Cassa integrazione o all'utilizzo delle decontribuzioni legate a chi non prosegue l'utilizzo della Cig. Quindi se le aziende accederanno agli sgravi o useranno la Cassa integrazione Covid non potranno licenziare.

I licenziamenti per "giustificato motivo oggettivo" sono bloccati dal 17 marzo del 2020. Il blocco verrà prolungato fino al 16 novembre per quelle aziende che faranno ricorso alla nuova Cassa integrazione, a sua volta allungata di 18 settimane.

Tante imprese non attiveranno la Cassa, ma ne hanno goduto a maggio e giugno del 2020. In queste circostanze avranno un esonero totale dagli oneri contributivi per 4 mesi. Ma per 4 mesi non potranno licenziare.

Decreto Agosto, le altre misure

[Torna su]

Ecco alcune delle altre misure stabilite dal decreto Agosto.

Anzitutto gli sconti al Sud secondo cui gli imprenditori meridionali non pagheranno il 30% dei contributi ai loro dipendenti, tra ottobre e dicembre del 2020 (lo farà lo Stato, al loro posto). Le regioni esonerate sono: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Sul fronte turismo, sarà congelata l'Imu. Con sospensione che riguarderà gli stabilimenti balneari marittimi, di lago e fluviali; stabilimenti termali; immobili della categoria D/2; agriturismo, villaggi turistici, ostelli, rifugi di montagna, colonie marine e montane, affittacamere per brevi soggiorni, case vacanze, B&B, residence e campeggi (a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività esercitate). Per chi vuole ristrutturare hotel, agriturismi, strutture ricettive all'aperto, stabilimenti termali ci sarà il tax credit al 65% (sulle spese sostenute per il 2020 e il 2021, nel limite dei 200 mila euro; al momento il beneficio è al 30 percento). Il tax credit del 2020 verrà pagato in un'unica soluzione.

Per la scuola in arrivo un miliardo e mezzo: fondi che serviranno a garantire il distanziamento tra gli alunni e per affittare nuovi spazi oppure trovino accordi con associazioni per condividere spazi e migliorare l'offerta didattica. Per le scuole delle Province e le città metropolitane, i cui immobili sono a volte in difficoltà ci saranno: 90 milioni per il 2020, 215 per il 2021, 625 per il 2022, 525 per il 2023 e il 2024. Inoltre: 900 milioni saranno spesi per le assunzioni (a tempo determinato e indeterminato) di docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata).


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: