Riceviamo e pubblichiamo la "Lettera aperta al presidente della Repubblica con invito al ritorno alla normalità costituzionale e sociale"

Avv. Maurizio Giordano - Questa lettera aperta inviata al Presidente Mattarella vuole essere un richiamo alla sua funzione di "garante" della Costituzione in un momento così delicato come quello che stiamo tutti vivendo ed in cui sono in gioco, a parere dello scrivente, le stesse fondamenta dello stato di diritto. Senza che quasi i cittadini se ne siano accorti, con la scusa dell'emergenza per il virus si sta gradualmente attuando un passaggio dallo stato di diritto allo stato etico di stampo sanitario, in cui vige addirittura la presunzione di malattia, per cui anche ai sani è imposta una restrizione delle loro libertà individuali, che comprende altresì la sottoposizione ad una serie di misure di prevenzione come le mascherine ed il distanziamento sociale del tutto incostituzionali, in nome della tutela della salute pubblica. Tale deriva emergenziale non ha nulla a che vedere con la concezione di Stato propria delle democrazie occidentali, quanto piuttosto con la concezione "orientale" di Stato in cui la società conta più del singolo individuo. Durante gli ultimi mesi la presenza del Presidente è stata per lo più sottotraccia e silente, nonostante la situazione di anormalità costituzionale che si andava via via delineando. Il problema è che questa situazione di anomalia si sta lentamente "istituzionalizzando" dando vita ad un nuovo modello di economia basata sul virus e sulle misure di convivenza con il il virus che rischia di rendere la situazione emergenziale addirittura permanente. Il Presidente della Repubblica

-proprio per il suo ruolo- non può più esimersi dall'esercitare fino in fondo le sue funzioni in difesa dell'assetto costituzionale democratico facendo sentire finalmente la sua voce allo scopo di porre fine allo stato emergenziale in cui siamo tutti stati catapultati da scelte politiche miopi ed irrazionali per promuovere un ritorno "immediato" alla normalità non solo costituzionale ma anche sociale.

Il testo della lettera

Ill.mo Presidente Mattarella,

Le scrivo con il massimo rispetto dovuto all'istituzione che lei rappresenta ma allo stesso tempo in modo diretto, senza ipocrisie e giri di parole. Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito impotenti allo stravolgimento da parte del governo di tutti i principi costituzionali fino ad ora ritenuti intangibili. A colpi di atti amministrativi il governo, anzi il Presidente del Consiglio, ha fatto scempio di un numero impressionante di diritti fondamentali dei cittadini coperti da riserva di legge semplice e rafforzata che i padri costituenti hanno introdotto proprio per sottrarre tali diritti all'arbitrio del potere esecutivo

. I cittadini hanno accettato questa ingiustificabile soppressione delle loro libertà senza protestare da un lato spinti da un terrorismo mediatico senza precedenti attuato quotidianamente in modo ossessivo e sistematico, e dall'altro perché si sono fidati delle parole del Presidente del Consiglio che ha deliberatamente mentito loro per almeno 4 volte. Ha mentito quando ha detto che il governo era pronto ad affrontare l'emergenza, quando ha assicurato che il sacrificio degli italiani sarebbe durato solo due settimane (mentre è stato poi mantenuto di proroga in proroga fino al oggi), quando ha detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro e ancora quando ha promesso che tutti sarebbero stati aiutati. Presidente, con tutto il rispetto io mi chiedo, Lei dov'era quando tutto questo succedeva? Certo, Lei ha speso parole di solidarietà e vicinanza per gli italiani colpiti da questa emergenza. Ma non ho sentito una sola parola in difesa delle libertà calpestate. Eppure anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite Michelle Bachelet il 27 aprile ha denunciato il mancato rispetto dello stato di diritto durante la pandemia da coronavirus paventando una catastrofe per i diritti umani e conseguenze negative peggiori della pandemia. "I governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l'opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere", ha ammonito.

Si potrebbe rispondere che ci siamo trovati ad affrontare una situazione di emergenza senza precedenti in cui la salute dei cittadini veniva prima di qualunque altra considerazione. Tuttavia come ricordato da molti illustri Presidenti emeriti della Corte Costituzionale (tra cui Cassese, Baldassarre e Marini) non esiste in costituzione la previsione di uno stato di emergenza. La stessa attuale Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia ha ricordato che non c'è un diritto speciale per tempi eccezionali e che la Costituzione resta la bussola anche nell'emergenza. Secondariamente, come osservato ripetutamente dalla Corte Costituzionale, nessuna parte della Costituzione consente di interpretare il diritto alla salute come diritto prevalente su tutti gli altri (essendo peraltro inserito al 32esimo posto) e in ogni caso tale scelta andrebbe fatta previo bilanciamento dei diritti In gioco, non essendo ammissibile il sacrificio di tutti i diritti in nome di uno solo. Se così non fosse un diritto diventerebbe tiranno nei confronti degli altri diritti che costituiscono nel loro insieme espressione della dignità della persona (Corte Costituzionale n. 264/2012 e n. 85/2013). Questo principio è stato confermato anche dalla recente ordinanza n. 207 del 2018 della Corte Costituzionale in cui si sancisce che il diritto alla libertà personale e alla libertà di cura sono diritti superiori alla salute potendo ogni persona rifiutare o interrompere qualsiasi trattamento sanitario anche necessario alla sua sopravvivenza. Il diritto alla salute tutelato nella nostra Costituzione non coincide con il concetto di salute pubblica ed è dunque il diritto "individuale" di ricevere o di rifiutare una cura, mentre la salute pubblica è un mero interesse collettivo.

Ciò premesso, la sospensione delle libertà fondamentali dei cittadini e il sacrificio loro richiesto si sarebbe comunque potuto ritenere giustificabile -a livello puramente teorico- ove fosse servito a porre rimedio ad una reale emergenza sanitaria e pertanto ove le misure adottate fossero adeguate ad affrontarla. Anche qui però purtroppo le cose sono affatto diverse dalla narrazione ufficiale. È innegabile infatti che ci siamo trovati ad affrontare una improvvisa situazione emergenziale di cui all'inizio non conoscevamo esattamente né la natura né l'entità. Tale emergenza però più che dal virus è stata determinata, favorita ed alimentata dai ritardi, dagli errori, dalla incapacità, dalla disorganizzazione e dalla mancanza di preparazione del Governo, centrale e regionale, e anche dei cosiddetti esperti del comitato tecnico-scientifico. I ritardi e l'improvvisazione del governo, che a fronte della dichiarazione dello stato d'emergenza in data 31 gennaio ha atteso inerte 40 giorni prima di prendere provvedimenti, sono evidenti a chiunque. Ed è ormai ampiamente riconosciuto da tutti i commentatori, anche quelli più filo-governativi, che il collasso degli ospedali, che sono diventati dei veri e propri focolai di diffusione del contagio, è stato determinato dalla totale assenza della sanità pubblica territoriale e dalla conseguente incapacità di assistere i pazienti a casa loro. A ciò si aggiungano le scelte a dir poco criminali delle autorità regionali che con ordinanza hanno autorizzato il ricovero dei malati covid in strutture private, comprese le case di riposo. Proprio questa scelta scellerata è stata la causa della morte di migliaia di anziani, ottenendo di fatto il risultato opposto che nelle intenzioni si voleva raggiungere con il sacrificio delle libertà individuali. Si stima infatti che circa il 60% dei decessi per covid riguardi anziani ricoverati nelle case di riposo. E meno male che le misure adottate dal Presidente del Consiglio costituivano una dimostrazione di solidarietà dei cittadini al fine di preservare la vita e la salute degli anziani! Ma l'assurdità di tali misure, adottate con una visione miope senza pensare alle conseguenze sociali ed economiche che tali misure avrebbero certamente determinato per il Paese, diventa pienamente evidente se si considera che i restanti decessi sono avvenuti per lo più in ambiente familiare e in ospedale. Misure assurde e miopi quindi che, come ora sta diventando chiaro anche ai cittadini ancora spaventati dal virus da una propaganda mediatica criminale, determineranno crisi economica, ulteriore indebitamento del Paese e disoccupazione che a loro volta provocheranno più malattie e decessi di quelli che si voleva evitare. In questo modo stiamo consegnando il Paese alla speculazione finanziaria e alla criminalità organizzata, annullando in un solo colpo decenni di progresso sociale ed economico e di lotta alla mafia. Già adesso tante attività hanno annunciato che non riapriranno, molte sono già state vendute per pochi euro ad imprenditori cinesi o comunque stranieri e diversi imprenditori stanno cominciando a suicidarsi. Mi chiedo se il governo si è reso conto delle conseguenze delle sue scelte politiche. Perché le proteste ed il disagio sociale che da adesso in avanti monteranno ricadranno sulla testa dei responsabili di queste decisioni. E sulla testa di chi, pur rendendosene conto, ha taciuto. E non potranno certo essere imputabili al virus o a presunti comportamenti irresponsabili dei cittadini. Non c'è bisogno che le ricordi, Presidente, che crisi economica e disagio sociale sono l'anticamera della dittatura di destra o di sinistra. Modelli di strategie alternative erano infatti certamente possibili, come dimostra il caso della Germania o della Svezia che è stata indicata anche dall'OMS come modello da seguire. Ma i nostri politici, invece di assumersi le proprie responsabilità, hanno continuato a riempirsi la bocca dicendo che l'Italia è stato un modello virtuoso copiato anche dagli altri paesi. Un modello di fallimento forse, visto che è stato uno dei paesi più colpiti insieme alla Spagna.

A ciò si aggiungano anche gli errori iniziali di diagnosi e di cura di tutti i cosiddetti "virologi" diventati improvvisamente personaggi mediatici che hanno contribuito a causare la morte di tante persone. Se Infatti non fosse stato per un gruppo di medici controcorrente, operanti rispettivamente negli ospedali di Bergamo (Papa Giovanni XXIII) e di Milano (Sacco), che ha effettuato una cinquantina di autopsie, contrariamente alle disposizioni del Ministero della Salute il quale le aveva espressamente vietate, ancora adesso saremmo convinti che il covid causi una polmonite interstiziale come si raccontava all'inizio e che l'unica cura sia la terapia intensiva e l'intubazione. Quando invece proprio attraverso l'effettuazione delle autopsie si è scoperto che il covid provoca (in alcuni soggetti predisposti e con concomitanti gravi patologie) una CID (coagulazione intravascolare disseminata) che impedisce al sangue di assorbire l'ossigeno, e che pertanto se si spara ossigeno nei polmoni del paziente il più delle volte lo si uccide.

Anche il numero dei decessi non torna in questa narrazione dell'emergenza, caro Presidente. Ad oggi Infatti il numero dei decessi comunicati dalla Istituto Superiore di Sanità è pari a circa 32000 persone. In tale cifra sono però stati conteggiati anche decessi dovuti ad altre patologie. Su indicazione dello stesso Ministero della Salute (Circolare n. 73832 del 8 aprile) le ASL hanno infatti cominciato a considerare come decessi covid tutti i decessi ove "non si potesse escludere il covid anche in assenza di tampone" per il principio di precauzione. Ciò ha portato a una gigantesca sovrastima lamentata anche da diversi medici, quale ad esempio il presidente dell'Ordine dei Medici di Genova, che ha dichiarato che nei mesi di marzo e aprile la mortalità per altre cause di è quasi completamente azzerata. Questo è accaduto in tutti i Paesi, Stati Uniti compresi, ed è di una gravità inaudita perché ridimensiona decisamente l'emergenza covid Posso solo immaginare Presidente che lei non fosse a conoscenza di questo fatto o che fosse distratto da questioni più importanti.

Come si spiega allora, osservano alcuni sostenitori della linea governativa, che un recente studio ha stimato che nei mesi di marzo-aprile del 2020 vi è stato un eccesso di mortalità del 50% su tutto il territorio nazionale rispetto agli anni precedenti? Questo studio sembrerebbe contraddire quanto appena affermato. Ebbene, mentre una parte di questo eccesso è dovuto sicuramente al covid (perché è una nuova patologia che si somma alle altre e che ha certamente provocato dei morti soprattutto nelle zone più colpite come Lombardia e Piemonte) la restante parte si spiega invece con un aumento delle altre cause di mortalità in seguito alla psicosi per il covid generata dai media. Infatti proprio per il sovraffollamento degli ospedali e per il timore delle persone di contrarre negli ospedali il virus, molti hanno rinunciato a recarsi al pronto soccorso o hanno rimandato visite e operazioni. E anche gli ospedali hanno rimandato il 64% delle operazioni chirurgiche programmate a data da destinarsi. Secondo quanto dichiarato dall'Associazione italiana dei cardiologi questa situazione ha provocato nei primi mesi del 2020 un aumento del 300% dei decessi per infarto (al 6 aprile si erano già verificati 36.000 decessi per malattie cardiocircolatorie) mentre l'associazione oncologica italiana (AIOM) ha denunciato un forte incremento dei decessi per tumore che al 6 aprile erano già arrivati a 50.000.

Ma tralasciando per un momento le considerazioni sulla sovrastima della mortalità attribuibile al covid. Per valutare se una patologia costituisce un'emergenza sociale bisogna considerare non i decessi in valore assoluto, ma in percentuale e in relazione hai decessi per altre patologie che si sono verificati negli anni precedenti. Ora, anche qui c'è qualcosa che non torna nella narrazione ufficiale che vorrebbe farci credere che questo virus sia stato un'emergenza epocale. Se andiamo semplicemente a vedere i dati comunicati dall'ISTAT qualche mese fa scopriamo che l'anno scorso (e tali numeri non si discostano molto da quelli anche degli anni precedenti) ci sono stati 53000 decessi per malattie respiratorie e simil -influenzali tra cui 15.000 decessi per polmonite. Ma le maggiori cause di mortalità che saltano all'occhio sono le malattie cardiocircolatorie pari a 180.000 decessi e oncologiche pari a 220.000 decessi. Ma non finisce qui: ogni anno si verificano 49.000 decessi per infezioni prese in ospedale che riguardano soprattutto pazienti sopra i 75 anni. Se adesso analizziamo i rapporti continuamente aggiornati dell'Istituto Superiore di Sanità a mente lucida, credo che potremmo essere presi da un momento di sconcerto. Infatti apprendiamo che il coronavirus ha determinato al momento circa 32.000 vittime (numero decisamente sovrastimato per i motivi prima ricordati ma prendiamolo pure per buono perché le considerazioni che si vogliono effettuare non cambiano) mentre ha colpito prevalentemente soggetti sopra i 79 anni con gravi patologie preesistenti. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità dichiara che solo il 3,8% dei decessi riguarda soggetti senza altre patologie mentre solo la 1,1% dei decessi riguarda persone sotto i 50 anni (perciò qualche centinaio di persone). Una patologia quindi che come dichiarato dallo stesso ISS ha un bassissimo tasso di mortalità e di letalità, tanto da non poter essere comparata con nessuna delle cause di mortalità comunicate dall'ISTAT relative agli anni precedenti che sono le vere emergenze ignorate del Paese. Eppure ci si ostina a considerare il Covid un terribile flagello, tanto da costringere le autorità governative a limitare le nostre vite con regole assurde e a restringere i nostri diritti. Capisco che la vita di ogni persona è importante, ma ci vuole anche un minimo di buon senso. Purtroppo la mortalità 0 non esiste e chiunque dica il contrario sta offendendo l'intelligenza dei cittadini. Infatti ogni giorno muoiono in media per le più disparate cause 1.780 persone, tra cui oltre 400 per malattie cardiocircolatorie, oltre 600 per tumori e circa 150 per infezioni ospedaliere (dati relativi al 2019 in cui si sono verificati 650.000 decessi). Queste a mio modesto parere sono emergenze ben più gravi del Covid. Eppure non suscitano alcuna preoccupazione né allarme sociale. Viene pertanto il fondato sospetto che si voglia gonfiare artificiosamente il numero dei decessi Covid per aumentare la percezione della gravita della patologia nell'opinione pubblica, facendo credere alla gente che si muore solo per quello, per mantenere alto l'allarme sociale a fini esclusivamente economici e politici.

Capisco che non si può chiedere al Presidente della Repubblica di essere informato anche su questioni di natura medica e statistica, materie che non gli competono, però la sua funzione di garanzia costituzionale richiede in questo caso la valutazione anche di questi dati dal momento che proprio questi dati hanno portato alla dichiarazione di uno stato di emergenza e alla sospensione dei diritti fondamentali dei cittadini. Se non crede a me, Presidente, interpelli degli esperti di chiara fama magari non quelli esposti mediaticamente e facenti parte dei vari comitati tecnico-scientifici che si trovano in palese conflitto di interessi. Vi sono tanti medici anche internazionalmente accreditati che le potranno confermare quanto le ho appena detto. Sto parlando ad esempio del prof. Zangrillo e del prof. Clementi del San Raffaele di Milano o del prof. Remuzzi dell'Istituto Mario Negri di Milano (che ha un h-index di credibilità internazionale secondo solo a Fauci) o ancora del Prof. Gattinoni, del prof.Silvestri e del Prof. Tarro. Mi creda, non mi rivolgerei a Lei se non pensassi che la situazione in questo momento non fosse davvero delicata. Se non si fa qualcosa adesso, dopo sarà troppo tardi per tornare indietro, perché si sta proprio ora costruendo un economia basata sul virus in cui tutti hanno già progettato un modo per ritagliarsi la loro fetta di profitto (cure, vaccini, mascherine...) che si basa proprio sul mantenimento di questa situazione di allarme sanitario per realizzare una diversa struttura sociale adducendo come giustificazione eventuali future epidemie. E non hanno alcuna intenzione di tornare indietro sui loro passi. Non devo certo ricordarlo a lei, Presidente, ma siamo in uno stato di diritto non in uno stato etico, e men che meno in uno stato sanitario che è la peggiore declinazione dello Stato etico. In questi mesi tutti i diritti dei cittadini sono stati calpestati, fatto gravissimo, nel totale silenzio delle istituzioni compresa quella che dovrebbe essere posta a garanzia della Costituzione ovvero la Presidenza della Repubblica. Ma la cosa più grave è pericolosa e che adesso sì vorrebbe mantenere questo stato di sospensione della Libertà in nome della tutela di un bene comune e di una salute pubblica che è più simile alla concezione di Stato propria delle dittature dei Paesi orientali -dove la società prevale dell'individuo- piuttosto che delle democrazie occidentali. Dalla presunzione di innocenza sancita dalla nostra Costituzione stiamo lentamente passando alla presunzione di malattia. Non le sembra una situazione grottesca quella in cui i cittadini oggi sono obbligati ad andare in giro con delle mascherine, che sembrano più delle museruole, come delle scimmie da circo ammaestrate? Il fatto che lo Stato non sia in grado di fare test a tutti non può autorizzare ad imporre le mascherine ai sani per limitare il contagio. Tanto più che proprio quegli stessi esperti che ora predicano l'obbligatorietà della mascherina, solo qualche mese fa dicevano che erano (come effettivamente sono) inutili. Se lo Stato vuole limitare la mia libertà di uscire e di circolare imponendomi una museruola, mi deve prima dimostrare che sono malato, non presupporre che io lo sia. Oltretutto non dovrei essere io a ricordarle che secondo il TU della sicurezza circolare con il viso travisato è anche contrario alla legge. Ma questa è solo la punta dell'iceberg, Presidente. In spregio ai più recenti studi scientifici pubblicati che dicono che la vaccinazione antinfluenzale aumenta del 36% il rischio di contrarre infezioni respiratorie e nello specifico il covid 19, Zingaretti nel Lazio e altri Presidenti di regione ora stanno tentando di imporre la vaccinazione antinfluenzale obbligatoria agli ultrasessantacinquenni. E anche in Parlamento sono state presentate proposte di legge in tal senso. Sembra che nessuno abbia imparato nulla da quanto e successo: infatti proprio nella provincia di Bergamo dove c'è stata la più ampia incidenza di decessi per Covid era stata appena conclusa una estesa campagna vaccinale per l'influenza e lo pneumococco. Tale circostanza è denunciata anche dal Prof. Tarro che non esita a definire criminale chiunque dovesse prendere una tale decisione. Quello che si sta creando in tutto il mondo senza che ce ne accorgiamo è un nuovo tipo di economia basata non solo sul virus, ma sulla prevenzione delle malattie attuata mediante misure e modelli di vita obbligatori a tutela della salute dei cittadini (vaccinazione, santificazione, strutturazione di spazi...) di cui il distanziamento sociale è parte essenziale (smart working, scuola telematica...). Ma questo è proprio il contrario della democrazia! Questa è la prefigurazione della peggiore delle dittature, quella sanitaria! Ma è questo il mondo e la società in cui vogliamo vivere? Vogliamo davvero trasformare il mondo in un gigantesco sanatorio? Vogliamo davvero sacrificare le nostre libertà e la nostra socialità per vivere nella paura della malattia e della morte? Vogliamo davvero che i nostri figli invece di crescere interagendo con i loro coetanei diventino degli autistici digitali? Se togliamo la socialità agli uomini non rimane nulla, a parte il freddo risultato. Il modo in cui abbiamo vissuto in questi mesi ed in cui ancora oggi stiamo vivendo è un modo di vivere insano, contrario a tutti i principi della psicologia, che alimenta le psicosi, le ossessioni ed i problemi psicologici delle persone. Invece di aiutare le persone, le stiamo distruggendo anche emotivamente e psicologicamente. Lo testimoniano l'aumento dei suicidi, dei tso e delle richieste di aiuto psicologico. Per non parlare dei danni gravissimi che stiamo arrecando ai bambini. Stiamo subendo una involuzione psicologica determinata dal continuo terrorismo mediatico di giornalisti, politici ed esperti per la tutela della nostra vita che rischia di annullare tutti i progressi che la civiltà umana ha fatto nel corso di secoli, innescando una regressione che richiederà anni per essere risolta. Senza dimenticare in tutta questa assurda psicosi per il virus, la sospensione di attività assolutamente fondamentali per il vivere civile, come la scuola o la giustizia, del tutto paralizzata se non per gli atti urgenti, e sommersa dai protocolli di sicurezza diversi per ogni Tribunale.

Presidente, non crede che il tempo per questa triste sceneggiata, che serve solo a far credere alla gente di trovarsi in una situazione di estremo pericolo sanitario, sia ormai terminato? Non pensa che sia giunto il momento di finirla con un governo che calpesta continuamente i più fondamentali diritti dei cittadini e con governi regionali, composti da Presidenti di Regione e Sindaci sceriffi, che si permettono di fare il bello ed il cattivo tempo disponendo a loro piacimento delle libertà delle persone? Quanta pazienza crede potranno ancora avere i cittadini per tollerare questa situazione prima che lei prenda posizione in modo da evitare una sollevazione popolare di proporzioni non immaginabili? Io le chiedo, Presidente, di vigilare sul rispetto della Costituzione per fare in modo che quello che è successo negli scorsi mesi non si verifichi mai più. E per fare in modo che la situazione attuale, fatta di regole emergenziali e di distanziamento sociale, cessi immediatamente. Mi rendo conto che, pur se in maniera discreta e silenziosa, Lei ha in qualche modo vigilato quando recentemente ha sventato un nuovo colpo alla costituzione per mano del governo che all'art. 16 del Decreto Rilancio aveva cercato di introdurre una proroga dello stato di emergenza e dei suoi poteri speciali. Ma questo purtroppo non è sufficiente. La gravità della situazione richiede che il suo silenzio cessi e che cominci a far sentire la sua presenza in modo più incisivo. Stiamo vivendo una situazione di anormalità costituzionale senza precedenti con la scusa del virus: da una parte gli italiani in quarantena, costretti a sospendere la loro attività lavorativa, privati dei loro diritti, con sindaci e presidenti di regione che continuano a disporre dei loro diritti imponendo obblighi privi di senso quali mascherine, limitazioni di movimento ... dall'altra boss mafiosi che vengono scarcerati, clandestini che continuano a sbarcare e che vengono regolarizzati. E tutti i responsabili politici di questa situazione che rimangono tranquillamente al loro posto. Ma stiamo scherzando o facciamo sul serio? Eppure pensavo che almeno su questo ultimo punto, visto anche le vicende che l'hanno riguardata personalmente, la sua sensibilità fosse maggiore. Con tutto il rispetto, vorrei richiamarla al suo ruolo fondamentale, Presidente, che non si esaurisce in una vuota rappresentanza della Nazione alle cerimonie ufficiali o pubbliche con discorsi di circostanza. Compito principale del Presidente della Repubblica è difendere la Costituzione. La invito , Presidente, ad esercitare le sue funzioni pienamente per fare in modo da tornare ad una situazione di normalità costituzionale che ponga fine immediatamente alle misure "emergenziali" basate sulla prevenzione e sul distanziamento sociale, del tutto contrarie ai principi costituzionali, che stanno distruggendo non soltanto la vita dei cittadini e l'economia, ma le stesse Istituzioni. Se anche vi fosse stata una reale emergenza, ora non c'è più. Lo dicono anche gli stessi medici che hanno affrontato il virus sul campo e che ora ammettono che il virus non ha più la forza di prima e che comunque adesso ci sono terapie per farvi fronte adeguatamente. Se non si interrompe ora tutto questo meccanismo emergenziale, dopo sarà troppo tardi. Deve fare sentire la sua voce, Presidente. Le sue parole contano, hanno ancora un peso e non possono rimanere inascoltate. Lei può interrompere tutto questo. La prego di considerare attentamente quello che le ho detto in questa lettera, conservandola per i suoi successori, perché ne va non soltanto della tenuta democratica ma del tessuto economico e sociale stesso del paese. La saluto con immutato rispetto rinnovando la fiducia che nutro in Lei. Sono sicuro che farà la cosa giusta.

Avv. Maurizio Giordano

diritto civile e di famiglia

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Lettera aperta al Presidente Mattarella

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