Intanto sono giunte le conclusioni depositate dall'avvocato generale sulla domanda di pronuncia pregiudiziale pende in Corte di Giustizia

di Gabriella Lax -Nonostante le proteste e le ripetute astensioni il governo nei fatti, mostra di non aver ascoltato il grido d'aiuto dei giudici di pace. Ricordiamo che l'astensione è in corso dal 6 gennaio 2020 e si concluderà oggi 1 febbraio. E' quanto evidenzia il Coordinamento Magistratura giustizia di pace in una nota diretta al ministro della giustizia Alfonso Bonafede (sotto allegata).

Prosegue il blocco dell'attività degli uffici dei giudici di pace

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La mancanza di attività per lo sciopero dei giudici ha messo in ginocchio gli uffici «bloccando migliaia di procedimenti, con una notevole ricaduta anche sul pil - tuttavia, spiega una nota del "Coordinamento magistratura Giustizia di Pace" - il Governo non mostra alcun interesse a voler risolvere la questione lasciando questa categoria in balia della riforma Orlando». Succede dunque «che in un paese democratico dei cittadini, che hanno dedicato anni al servizio dello Stato senza alcuna guarantigia di legge, debbano attendere la pronuncia da una corte europea per vedere riconosciuti dei diritti primari già tutelati dalla Costituzione Italiana».

Le questione davanti alla Corte di giustizia europea

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Nel frattempo sono arrivate le conclusioni depositate dall'avvocato generale Kokot sulla domanda di pronuncia pregiudiziale sollevata da un Giudice di Pace e che pende in Corte di Giustizia. Ricordiamo che il "Coordinamento magistratura Giustizia di Pace" è firmatario dei mandati al collegio per la difesa in Europa.

Le note evidenziano nello specifico che:

- i giudici di pace sono lavoratori ai sensi dell'art. 7 della direttiva sull'orario di lavoro assoggettati ad obblighi analoghi a quelli dei magistrati ordinari;

- i giudici di pace rappresentano un grado di giurisdizione ai sensi dell'art. 267 Tfue.

Le richieste al governo

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Le richieste fatte al governo riguardano: l'immediata sospensione della riforma Orlando e la stabilizzazione nella funzione di giudice di pace con un trattamento economico, assistenziale e previdenziale commisurato al lavoro e alla funzione svolta.

Ed ancora un intervento fatto «in maniera definitiva e positiva a nostro favore, evitando il proliferare dei contenziosi (che è sempre un costo per il cittadino), ma soprattutto l'avvio della procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, e ciò non solo per la gravosa sanzione economica che ne deriverà, ma anche per lo stato di debolezza politica a cui inevitabilmente verrà esposto il nostro paese in ambito europeo». Nel concludere la nota, i giudici di pace del coordinamento ribadiscono che la lotta per l'affermazione dei loro diritti continuerà.

Scarica pdf comunicato coordinamento giudici di pace

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