Giudici di pace di nuovo in sciopero: le richieste da parte del governo sono rimaste inascoltate. Ma Bonafede spiazza tutti al question time: «Loro sono un vero e proprio pilastro del sistema giustizia»

di Gabriella Lax - Un altro mese di stop per i giudici di pace. Il braccio di ferro col governo prosegue e viene proclamata una nuova astensione dalle udienze dal 24 febbraio al 21 marzo 2020. Ma il ministro Bonafede sembra voler aprire uno spiraglio.

Giudici di pace, lo sciopero continua

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Sul sito dell'unione dei giudici di pace, da parte di UNAGIPA e ANGDP, viene pubblicata non solo la lettera di proclamazione dell'astensione (in allegato) dalle udienze dei giudici di pace dal 24 febbraio 2020 al 21 marzo 2020, ma anche la lettera di raffreddamento «come al solito - afferma l'associazione - rimasta non riscontrata dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Giustizia. In attesa della sentenza della Corte di Giustizia nel procedimento contro il Governo Italiano , non si arretra di un passo».

Giudici di pace, i motivi della protesta

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Ancora una volta la protesta che si manifesta nel confronti del governo

e del ministero della Giustizia «affinchè portino una proposta innovativa rispetto al d.d.l. all'esame del Parlamento e risolutiva della vicenda della magistratura onoraria con il pieno riconoscimento di tutti i diritti fino ad ora negati, compresi quelli previdenziali come lavoratori pubblici subordinati, utilizzando gli strumenti normativi già promossi in passato per la sistemazione giuridico-economica della magistratura onoraria, con l'immissione nei ruoli della pubblica amministrazione statale.

La procedura d'infrazione

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Secondo le associazioni dei giudici di pace, nel caso in cui le richieste non venissero ascoltate «ministro della giustizia, la tecnostruttura ministeriale ed il Governo - dovranno - assumersi l'esclusiva responsabilità politica e giuridica, anche a livello individuale, della procedura di infrazione che la Commissione Europea attiverà, perché già preannunciata e delle conseguenze negative per lo Stato italiano della sentenza della Corte di giustizia nella causa UX C- 658/18, avendo peraltro già nascosto per oltre tre anni al Parlamento italiano l'esistenza della procedura di precontenzioso EU Pilot n. 7779/15/EMPL, chiusa negativamente per l'Italia già con la comunicazione del 10 giugno 2016 della Commissione».

Di conseguenza, «qualsiasi confronto con il governo attuale non potrà che partire dalle conclusioni dell'avvocato generale nella causa UX contro il governo italiano, essendo palesemente obsoleta ed ormai superata la proposta ministeriale di riforma della magistratura onoraria depositata dal Governo in esame attualmente in Commissione Giustizia del Senato».

Bonafede: «I giudici di pace sono il pilastro del sistema giustizia»

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Mentre impazza la polemica è la risposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al question time alla Camera a spiazzare tutti. Il ministro, nel rispondere a quali fossero le «iniziative volte al riconoscimento e alla valorizzazione della professionalità dei magistrati onorari» ha spiegato che il tema dei giudici onorari «è da sempre in cima all'agenda del Ministero» considerato che essi sono «vero e proprio pilastro del sistema giustizia».

I cambiamenti legislativi previsti punteranno ad un bilanciamento tra salvaguardia delle esigenze della categoria e funzionalità dell'amministrazione giudiziaria. Il guardasigilli ha fatto menzione delle ultime novità ossia: la disciplina dell'incompatibilità uniformata a quella dei magistrati togati, il pagamento dei compensi con cadenza bimestrale e la possibilità di ottenere trasferimenti a domanda. Non ha escluso il ministro che altri miglioramenti potranno essere apportati nel corso dei prossimi lavori parlamentari. Infine, Bonafede ha menzionato un emendamento al Milleproroghe che ha l'obiettivo di prorogare l'entrata in vigore del regime di cui alla legge Orlando, proprio per «preparare un intervento riformatore organico sulla materia».

Scarica pdf proclamazione astensione Gdp 12.2.2020

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