Il Consiglio dei ministri ha appena approvato il decreto legge sulle intercettazioni. Bonafede: "Norme in vigore da marzo"

di Redazione - Ok del Cdm al decreto sulle intercettazioni. "Oggi abbiamo approvato in consiglio dei ministri il decreto legge sulle intercettazioni, uno strumento irrinunciabile per le indagini. Adesso elaboriamo un sistema moderno e digitale: ci saranno maggiori garanzie per trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa". Così in un post su Facebook il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta il via libera dell'esecutivo al decreto.

Intercettazioni: norme in vigore da marzo

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Un sistema che "entrerà in vigore da marzo per dare il tempo agli uffici e addetti ai lavori di adeguarsi e di implementare sotto il profilo organizzativo una normativa così delicata" prosegue nel post su FB il Guardasigilli.

Evitato rischio indagini in corso

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Il decreto ora "farà il suo iter parlamentare per la conversione - ma spiega Bonafede - c'erano atti che non potevamo ritardare, perché si mettevano a rischio tutte le indagini in corso nelle varie procura italiane".

Su rilevanza intercettazioni decide PM

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Uno dei punti del decreto approvato oggi, a quanto si apprende, prevede che la scelta delle intercettazioni rilevanti o meno non sarà più solo della polizia giudiziaria, ma rientrerà nella sfera decisionale del pubblico ministero.

Giornalista non rischia incriminazione per violazione segreto

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Altro punto previsto dal provvedimento, prevede che il giornalista che pubblica un'intercettazione non rischia più di essere incriminato per violazione di segreto d'ufficio. Restano infatti in vigore le regole attuali.

Verini: "ok riforma Orlando, norma di civiltà"

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"Il Cdm ha deciso l'entrata in vigore della riforma Orlando sulle intercettazioni, con le modifiche tecniche che erano state concordate e che saranno applicate entro il 2 marzo" afferma il deputato e responsabile giustizia del Pd Walter Verini. Una riforma importante "per il Paese" continua perché rafforza "questo strumento investigativo per colpire gravi reati, si garantisce il diritto all'informazione per quelle di rilevanza penale, si garantisce il rispetto della privacy per quelle non rilevanti". É, nell'insieme, aggiunge Verini "una norma di civiltà. Ora subito al lavoro per le norme che garantiscano tempi certi per i processi".

Costa: "Mattarella fermi decreto legge"

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Dure le reazioni dell'opposizione. "Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, perché fermi il violento ed incostituzionale aggiramento del Parlamento realizzato con il decreto legge intercettazioni, cui - al di là del merito - difettano totalmente i requisiti di necessità ed urgenza. Se fosse un giorno la Consulta a dichiarare incostituzionale il decreto, verrebbero travolte tutte le intercettazioni nel frattempo effettuate, con pesantissimi effetti sui processi" afferma Enrico Costa, responsabile Giustizia di Fi.

La riforma delle intercettazioni "è del 2017 - aggiunge Costa - è non è mai entrata in vigore, per effetto di ben tre rinvii" e oggi "a 10 giorni dall'entrata in vigore - viene stravolta - con urgenza attraverso un decreto legge".


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