Dopo il vertice a palazzo Chigi, il tira e molla su alcuni cambiamenti da apportare, c'è qualche certezza in più e nodi ancora da sciogliere

di Gabriella Lax - Una settimana fa si era raggiunto l'accordo e il governo, "salvo intese", aveva presentato il documento programmatico. Nel corso del vertice a palazzo Chigi, di ieri sera, dopo un tira e molla su alcuni cambiamenti da apportare, c'è qualche certezza in più e nodi ancora da sciogliere. Le novità accordate riguardano il carcere per gli evasori e il via alla stretta sui contanti ma solo dal luglio del 2020. Mentre si dovranno definire le questioni legate a flat tax e delle partite Iva.

Stretta sul contante e carcere per gli evasori

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Slittano al primo luglio le norme che riguardano l'utilizzo del contante col tetto a 2 mila euro e le sanzioni per commercianti ed esercenti che rifiutano i pagamenti elettronici. La maggioranza prevede di rinviare a luglio 2020 l'abbassamento da 3 a 2 mila euro del tetto al contante (per poi scendere a 1.000 dal 2022) e le multe per chi non accetta la moneta elettronica. Accordo trovato per inasprimento del carcere per gli evasori e a confisca per sproporzione, come quella che si applica ai mafiosi. Il decreto fiscale per i grandi evasori prevedeva una pena che, in caso di frode, nei casi più gravi, era è stata alzata da 6 ad 8 anni. Un decreto pensato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, fissa a 100mila euro la soglia che farebbe scattare l'arresto e a reintrodurre la confisca per sproporzione mutuata dalle norme antimafia.

Partite Iva e flat tax

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Più annoso il discorso riguardante l'Iva a cui si applica il regime forfettario al 15%. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio «Siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni». Qualche ora fa, come riporta il Messaggero, rassicurazioni sulla permanenza delle le partite Iva che godono della flat tax al 15% sarebbero arrivate dal viceministro all'Economia Antonio Misiani, all'assemblea di Confesercenti Per la flat tax

al di sotto dei 65 mila euro «ha prevalso la scelta di assoluto buonsenso di proseguire con il regime forfettario di determinazione dei costi per semplificare la vita dei contribuenti», chiarisce Misiani. «Abbiamo ascoltato il mondo delle partite iva, ci siamo confrontati con loro» e abbiamo fatto «una scelta di buonsenso e di equilibrio».

Il superbonus Befana (ma nel 2021)

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E infine c'è il Superbonus, detto "della Befana" perché è previsto per gennaio 2021 e premierà le spese fatte con carte e bancomat a partire da luglio 2020. A disposizione ci sono 3 miliardi, dunque da trasformare in bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese dal parrucchiere e l'estetista, un elenco tutto da definire, che potrebbe essere il più ampio possibile in modo da contrastare l'evasione e favorire meccanismo di cashback per chi fa acquisti tracciabili. L'obiettivo è far arrivare al doppio dell'utilizzo: da 7 milioni a 15 milioni di utenti.

Leggi anche Manovra 2020: cosa contiene


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