Il decreto del 23 luglio con cui il Ministero del lavoro ha approvato le Linee Guida per il Patto d'inclusione sociale avvia la fase due del Reddito di cittadinanza

di Annamaria Villafrate - Parte la fase due del reddito di cittadinanza grazie al decreto del 23 luglio 2019 con cui il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha approvato le Linee Guida per la definizione dei patti d'inclusione sociale (sotto allegate).

Vediamo cosa prevedono, in cosa consiste il patto d'inclusione sociale e quali sono le novità in ambito digitale messe a punto dal Ministero per agevolare il lavoro degli assistenti sociali nella gestione dei patti:

Reddito di cittadinanza: le linee guida per i patti d'inclusione

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Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 23 luglio 2019 ha approvato le Linee Guida necessarie a definire i Patti per l'inclusione sociale. L'intesa sulle stesse era già stata raggiunta nel corso della Conferenza Unificata del 27 giugno 2019. Il documento individua gli strumenti operativi di cui devono avvalersi i servizi sociali dei Comuni per valutare i molteplici bisogni di chi beneficia del reddito di cittadinanza. Coloro che risultano infatti titolari di questa misura devono stipulare un vero e proprio patto d'inclusione sociale, necessario per attivare concretamente le varie forme di aiuto previste.

Come funziona il patto d'inclusione?

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Come prevedono le linee guida, entro 30 giorni dal riconoscimento del reddito di cittadinanza, i "nuclei familiari per i quali era già stato presentato un Progetto ai fini REI, ovvero nuclei in cui tutti i componenti tenuti agli obblighi risultano assenti dal mercato del lavoro da almeno 2 anni, nonché privi di ammortizzatori sociali e di accompagnamento da parte dei CPI attraverso Patti di servizio definiti negli ultimi due anni" vengono convocati dai servizi sociali dei Comuni.

Il percorso, che può comprendere anche l'accompagnamento all'inserimento lavorativo, viene deciso dai servizi del Comune competenti nella lotta alla povertà, in base ai bisogni dei vari nuclei familiari. Nel caso in cui il problema della famiglia sia legato soprattutto a problematiche lavorative, vengono attivati i servizi dei centri per l'impiego

e i beneficiari in questo caso devono sottoscrivere il Patto per il lavoro, entro 30 giorni, in alternativa, viene definito il Patto per l'inclusione sociale, che nei casi più complessi può coinvolgere, oltre al centro per l'impiego e ai servizi sociali, altri servizi territoriali. Il patto d'inclusione sociale però per funzionare e proseguire deve ottenere la collaborazione dei nuclei familiari destinatari, che si devono impegnare e rispettare gli obblighi previsti dall'accordo.

I nuclei familiari che si dimostrano poco collaborativi e non si presentano alle convocazioni, senza giustificato motivo (anche se l'assenza riguarda un solo componente del nucleo familiare), subiscono infatti la decurtazione di una mensilità del RdC in caso di prima mancata presentazione, due mensilità se non si presentano una seconda volta e decadenza dalla misura se la mancata presentazione raggiunge le tre volte.

Sezione web per gli assistenti sociali e piattaforma GePi

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Per agevolare il compito degli assistenti sociali è stata predisposta, all'interno del sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, una sezione che non si limita a illustrare i passi da compiere per addivenire al patto, ma che raccoglie anche le informazioni tecniche e gli strumenti di cui possono usufruire gli assistenti sociali, per svolgere al meglio questo lavoro così delicato.

Non solo, all'interno della nuova sezione è possibile prendere visione di tutte le iniziative formative che il Ministero sta già promuovendo per disporre di metodologie di intervento uniformi, per accompagnare al meglio i cittadini fuori dalla condizione di povertà ed esclusione sociale. La formazione è gratuita, è destinata agli operatori e ai professionisti coinvolti nei Patti per l'inclusione sociale e agli assistenti sociali e dà diritto ai crediti formativi CNOAS.

RdC: il Patto per il lavoro e i problemi ancora da risolvere

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Come già detto, il reddito di cittadinanza prevede, accanto al Patto di inclusione sociale anche quello per il Lavoro, al fine di individuare le competenze di chi ha difficoltà a trovare un impiego e che prevede l'obbligo di accettare almeno una delle 3 offerte avanzate, purché il linea con le competenze del soggetto, con la distanza dal domicilio e con la durata dello stato di disoccupazione.

Il reddito di cittadinanza si presenta in effetti come una misura complessa da realizzare concretamente, tanto che c'è ancora da fare per renderla operativa a tutti gli effetti. All'appello manca infatti il decreto sulla documentazione degli immigrati, tanto che l'Inps è stata costretta a non accettare le domande avanzate dagli stranieri.

C'è poi il problema della regione Campania, che è quella con il più alto numero di domande, ma in cui manca ancora l'accordo per i navigator. Le regioni nel frattempo dicono che da settembre si impegnano a convocare i primi destinatari della misura.

Scarica pdf Linee guida Patti inclusione sociale

Foto: 123rf.com
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