Dal primo gennaio decurtazione per 1.338 parlamentari che subiranno il ricalcolo. Tra mille polemiche Di Maio promette tagli degli stipendi, ma il governo è diviso

di Gabriella Lax - E' scattato già da gennaio il taglio dei vitalizi, ma il Movimento 5 Stelle promette battaglia per la diminuzione degli stipendi di tutti i parlamentari.

Vitalizi, scatta il primo taglio. Di Maio assicura: poi toccherà agli stipendi

Ha avuto inizio il primo gennaio scorso tagli dei vitalizi. Una diminuzione che riguarderà 1.338 ex parlamentari, che subiranno il ricalcolo dell'assegno mediante il sistema contributivo, con un taglio all'importo mensile fino anche al 60 per cento. «Vi regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica». A prometterlo, come augurio del primo dell'anno, è Luigi Di Maio, ministro del lavoro che prosegue, lo scorso anno «abbiamo contrastato una classe di privilegiati che anche in questi giorni ci combatte perchè stiamo bloccando le pensioni d'oro, stiamo bloccando un sacco di cose - e, infine - sicuramente veniamo da anni difficili, abbiamo dovuto fare battaglie grosse ma c'è sempre piaciuto combattere quei signori che utilizzavano i soldi pubblici e le leggi dello stato per privilegiarsi di una serie di diritti di cui non dovevano godere». «Da ieri è ufficialmente applicata ai cedolini degli ex parlamentari la delibera che supera i vitalizi- commenta su Facebook il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico - Grazie a questo atto la Camera dei deputati risparmierà 44 milioni di euro all'anno. Un risparmio di circa 130 milioni di euro per il prossimo triennio che comunque non è l'unico».

Taglio stipendi, il malcontento della Lega

Parole che però non sono state accolte di buon grado da tutte le componenti delle coalizione di governo. Matteo Salvini considera il provvedimento non prioritario, alcuni esponenti del Carroccio sono contrari. Come riporta Repubblica, Claudio Borghi (Lega), presidente della commissione Bilancio della Camera, commenta: «Io c'ero quando si scriveva il contratto di governo. E, in quel contratto tra Lega e M5s, il taglio degli stipendi dei parlamentari semplicemente non c'è». Nel capitolo 26 del famoso contratto

, prosegue « si parla di "tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi" con esplicito riferimento a vitalizi, autoblu, aerei di Stato, ma non alle indennità di deputati e senatori. E sa perché? Perché sul punto non c'era accordo e si è deciso di accantonarlo». Il Movimento 5 Stelle, dal blog ricorda che «i parlamentari italiani sono i più ricchi del mondo». Ed ancora, i 5 Stelle danno per scontato che nel contratto di governo c'è il taglio ai privilegi e agli sprechi, inserito in modo generico, dentro al quale, anche per il rotto della cuffia, rientrerebbe il taglio dello stipendio dei parlamentari. Una cosa è certa: sul taglio degli stipendi di sicuro non c'è al momento accordo politico.


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