Dopo l'approvazione definitiva della legge anticorruzione l'appello al presidente della Repubblica perché valuti i profili di incostituzionalità della norma che modifica il regime della prescrizione

di Gabriella Lax - Nonostante l'approvazione definitiva della legge anticorruzione, avvocati e giudici non si arrendono. L'Unione dei penalisti chiede al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di «considerare con particolare attenzione i profili di illegittimità costituzionale sottesi alla disposizione del ddl S955 che interviene sull'istituto della prescrizione del reato» e a loro si aggiungono docenti e il parere del Csm.

Prescrizione, l'appello a Mattarella

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Si tratta di un appello, che porta la data del 19 dicembre, firmato da 110 docenti di diritto penale, procedura penale e diritto costituzionale, a cui si aggiungono le perplessità del Consiglio superiore della magistratura (espresse nel parere sotto allegato). Ricordiamo che, solo il 19 dicembre è terminata l'astensione di due giorni, con una manifestazione nazionale a Bari, indetta dall'Unione delle Camere penali contro la riforma anticorruzione.

Ddl anticorruzione, i motivi di contrarietà ai principi costituzionali

Ecco secondo l'appello, a quali principi costituzionali (quelli cioè che informano l'intero testo costituzionale) sarebbe contrario il Ddl anticorruzione

: intanto il diritto di difesa "inviolabile" se si considera che, a distanza di molto tempo, le possibilità di difendersi diminuiscono. Poi la presunzione di innocenza, poiché "considerare l'imputato, anche se assolto in primo grado , come "eterno giudicabile", sarebbe come trattarlo da "presunto colpevole". A ciò si aggiunga la durata necessariamente limitata e ragionevole del processo, con invece una protrazione illimitata che porterebbe a «una sofferenza tanto più intollerabile in un contesto ordinamentale, quale quello italiano, dove i tempi della giustizia penale sono irragionevolmente lunghi"». Infine, verrebbe meno la funzione rieducativa della pena: a causa di una sanzione che arriverebbe dopo tanto, troppo tempo, a notevole distanza di tempo rispetto al fatto commesso.

Ddl anticorruzione, per l'Ocf è «aberrante»

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Anche l'Ocf (Organismo congressuale forense) si era espresso contro la il ddl in questione. In una nota di poche ore fa si parla di riforma definita «aberrante - e - sicuramente minata da violazioni di rilievo costituzionale - in contrasto - con i principi di civiltà». L'organismo, inoltre, ha annunciato di voler assumere «le più opportune iniziative affinché l'Avvocatura italiana si mobiliti per fare in modo che tale disposizione sia prontamente modificata prima della sua entrata in vigore, invitando tutte le componenti dell'Avvocatura ad agire unitariamente in tal senso».

Ddl anticorruzione, per il plenum Csm «modifiche non idonee e poco incisive»

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Secondo un parere espresso dal plenum del Csm (in allegato) «le modifiche introdotte in tema di sospensione della prescrizione non appaiono idonee ad incidere, altresì, sul funzionamento del processo penale accelerandone la conclusione, non contenendo alcuna previsione in tal senso. A sistema giudiziario invariato, non può inoltre escludersi che i gradi di giudizio successivi al primo, all'esito del quale interverrà la causa di sospensione della prescrizione, si svolgano più lentamente che in passato, venendo meno uno dei principali fattori che determinano, di norma, un'accelerazione dei tempi di definizione dei processi, legato al pericolo di prescrizione del reato sub iudice». Infine «sarebbe auspicabile l'adozione di misure per fronteggiare la peculiarità del sistema processuale italiano, caratterizzato da un enorme numero di processi pendenti nella fase dibattimentale».

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Foto: 123rf.com
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