Tra le misure contenute nella bozza del decreto migranti, c'è quella che abolisce, tranne in casi speciali, il permesso di soggiorno per motivi umanitari

di Annamaria Villafrate - In attesa del testo definitivo, la bozza del decreto migranti annuncia tutte le più importanti novità in materia.

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Visto il numero eccessivo dei permessi di soggiorno concessi per motivi umanitari, nata come misura complementare e residuale di protezione, occorre eliminare il potere discrezionale di Questori e Commissioni di stabilire i casi in cui possono essere concessi. Inoltre occorre intervenire sul fronte dei rimpatri, allontanando chi non ha titolo per restare, chi commettere illeciti penali gravi, chi si macchia di reati di terrorismo ed eversione e ostacolando i ricorsi strumentali reiterati solo per ritardare l'allontanamento.

Stop ai permessi di soggiorno per motivi umanitari

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Senza dubbio è la misura che susciterà le maggiori polemiche. Salvini dice basta ai permessi di soggiorno per motivi umanitari perché, nonostante siano nati come misura di protezione complementare e residuale, di fatto è la più utilizzata e riconosciuta nel nostro paese.

Questo non significa che questo tipo di permesso sarà completamente abolito. Il decreto infatti parla d'"individuare e dotare di apposita copertura normativa ipotesi eccezionali di tutela dello straniero" individuate nei seguenti casi:

  • condizioni di salute di eccezionale gravità;
  • situazioni di calamità presenti nel paese di origine che ne impediscono momentaneamente il rientro in sicurezza;
  • finalità premiali per chi ha compiuti gesti di particolare valore civile.

Meno discrezionalità a Questori e Commissioni

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La riduzione dei permessi di soggiorno passa anche attraverso un'altra misura, ossia l'eliminazione della possibilità per le Commissioni territoriali e il Questore di valutare, con eccessivo potere interpretativo (a causa della genericità della formula normativa) i casi in cui sussisterebbero "gravi motivi di carattere umanitario" o "seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano".

Regola a cui fa eccezione la previsione del potere-dovere delle Commissioni territoriali di "valutare l'eventuale sussistenza dei presupposti del principio di non rofoulement (non respingimento) che demanda alle citate Commissioni il compito di esaminare le singole situazioni dei richiedenti asilo, prendendo in considerazione ogni aspetto della posizione individuale del richiedente, e individuando i profili di rischio di cui il medesimo incorrerebbe in caso di esecuzione del provvedimento di espulsione".

Rimpatri per chi non ha titolo per restare

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Il decreto non ha come uniche finalità quelle di limitare l'ingresso e la permanenza degli stranieri, ma anche quella di rendere effettivi i rimpatri di coloro che non hanno titolo legale per restare in Italia. Per questo sono stanziati 500.000 euro per il 2018 e 1,5 milioni sia per il 2019 che per il 2020 che andranno ad alimentare il Fondo rimpatri presso il Viminale.

Diniego e revoca della protezione internazionale per reati gravi

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Linea dura anche nei confronti dei migranti che delinquono, attraverso l'ampliamento dei reati che, in caso di condanna definitiva, comporteranno il diniego o la revoca della protezione internazionale. Tra le fattispecie penali contemplate figurano la violenza sessuale, la mutilazione degli organi genitali femminili, la resistenza o la violenza nei confronti del pubblico ufficiale, le lesioni gravi e gravissime e i furti, compresi quelli in abitazione.

Giro di vite sui ricorsi strumentali

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Prevista anche l'introduzione di disposizioni specifiche per impedire il ricorso strumentale alle domande di protezione, limitando le richieste reiterate al solo fine d'impedire l'esecuzione del provvedimento di allontanamento o quelle successive a provvedimenti di inammissibilità e rigetto nel merito.

Revoca della cittadinanza per reati di terrorismo ed eversione

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Come descritto nella relazione illustrativa del decreto infine "si introduce l'istituto della revoca della cittadinanza italiana concessa ai cittadini stranieri che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale, avendo riportato condanne per gravi reati commessi con finalità di terrorismo o eversione."

Vedi anche la guida Il permesso di soggiorno


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