Intervento dei giovani avvocati e giovani commercialisti sulle parole del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, sulla connessione tra ndrangheta, riciclaggio e professionisti. Sul tema anche l'intervento del Cnf e dell'Ocf
di Redazione - "Generalizzare è sempre una strada sbagliata e si corre il rischio di commettere un doppio errore: sparare nel mucchio e non colpire chi realmente si deve». Così, il presidente nazionale dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati, avv. Alberto Vermiglio, ed il presidente nazionale dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, dott. Daniele Virgillito, stigmatizzano le parole del Procuratore della Direzione Antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenuto a Radio Anch'io per parlare di lotta alla 'ndrangheta.

Il passaggio incriminato è quello in cui Gratteri parla di sistemi di riciclaggio grazie ai quali la criminalità organizzata riesce a gestire enormi flussi di denaro sfruttando la cosiddetta "borghesia mafiosa". Nello specifico, secondo il procuratore, "da sola la ' ndrangheta non sarebbe in grado di fare riciclaggio giustificato - ma - quando il riciclaggio si fa più sofisticato si rivolge ad avvocati, commercialisti, funzionari di banca".

In sostanza, senza questi professionisti, "la ' ndrangheta non sarebbe in grado di riciclare tutto questo denaro".

Le parole di Gratteri, ovviamente, hanno scatenato polemiche tra i professionisti tra cui i giovani avvocati e commercialisti a cui la generalizzazione non è piaciuta.

"I giovani - affermano infatti Vermiglio e Virgillito - hanno orgoglio e motivazioni per fare crescere le professioni a sostegno della parte sana della società. Gli albi professionali rappresentano una garanzia in questo senso e spesso chi commette reati si muove in quella linea grigia che occorre combattere. Confidiamo che il dott. Gratteri chiarisca meglio la portata delle sue affermazioni per rispetto di chi lotta ogni giorno nell'ambito delle regole e per tutti quei giovani che si avvicinano alle professioni con grande senso di responsabilità e serietà".

Sul tema, è intervenuto lapidario anche il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, secondo cui, "il dottor Gratteri dovrebbe avere la correttezza di precisare che i professionisti eventualmente correi sono una parte minima dei rispettivi mondi a fronte della grande maggioranza che opera giornalmente con scrupolo deontologico. Avvocati che assecondino logiche criminali sono prima di tutto una vergogna per la categoria". Del resto, ha chiosato Mascherin, "se io seguissi il ragionamento del dottor Gratteri, lodevolmente impegnato a contrastare la criminalità organizzata, dovrei dire che il problema per la corruzione sono i pochi magistrati corrotti, e direi una cosa sciocca e ingiusta".

A stigmatizzare le dichiarazioni di Gratteri anche l'Ocf, che esprime "rammarico per le dichiarazioni grossolane" auspicando che "Gratteri chiarisca presto e che la magistratura associata prenda le distanze".

In una nota congiunta con il Cnf, infine, i commercialisti attraverso il presidente Massimo Miani, hanno fatto sapere che "prima di tutto bisogna vedere se questi professionisti a cui la ' ndrangheta si rivolgerebbe sono veramente avvocati e commercialisti iscritti ai rispettivi Albi". Troppe volte, infatti, ha chiuso Miani "sono stati erroneamente etichettati come professionisti coloro che nei fatti non lo erano. Non serve fare inutili polemiche, ma lavorare insieme".


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