La Corte di giustizia Ue ha imposto all'Italia una multa da 25 milioni di euro, oltre 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma dei centri e aree sprovvisti di reti fognarie o trattamento acque reflue
di Marina Crisafi - 25 milioni di euro, oltre a 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma delle aree sprovviste di reti fognarie o di sistemi di trattamento delle acque reflue. A tanto ammonta la multa imposta dalla Corte di Giustizia Ue all'Italia per il mancato rispetto del nostro paese delle norme sulle acque reflue.

L'Italia, si ricorda, era già stata condannata nel 2012 dalla Corte Ue. Successivamente nel 2016, alla scadenza del termine, non erano ancora state prese le misure necessarie per adeguarsi alla sentenza e la Commissione europea aveva presentato un altro ricorso alla corte chiedendo di multare il nostro paese. Oggi, a distanza di 6 anni dalla prima sentenza, sono ben 74 (rispetto ai 109 iniziali) gli agglomerati urbani, sparsi in 18 regioni d'Italia, che continuano a non rispettare le norme Ue sulle acque reflue, perché non hanno le fogne o i depuratori a norma.

Da qui, per via del "grave ritardo" nel seguire le disposizioni europee (applicabili dal 31 dicembre 2000!), la maximulta di 25 milioni che il nostro paese dovrà versare nel bilancio Ue, oltre a 30 milioni per ogni semestre di ritardo da oggi sino all'esecuzione integrale della sentenza del 2012.


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