In vigore da pochi giorni il regolamento Ue sulla privacy (Gdpr) e già arrivano i primi ricorsi. L'allarme lanciato da Andrea Jelinek, guida del board dei garanti: già in Austria un primo caso sul consenso al trattamento dei dati personali e Facebook

di Gabriella Lax - GdPr in vigore da pochi giorni e già in tutta Europa fioccano i ricorsi sul consenso alla raccolta dei dati. Ricordiamo che il regolamento generale sulla protezione dei dati (in inglese GDPR, General Data Protection Regulation- Regolamento UE 2016/679) è un provvedimento col quale la Commissione europea mira a rafforzare e rendere più omogenea la protezione dei dati personali di cittadini della Ue e dei residenti nell'Unione, sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Unione stessa. Si tratta di un testo pubblicato su Gazzetta Ufficiale Europea il 4 maggio 2016 ed entrato in vigore il 25 maggio dello stesso anno, con efficacia dal 25 maggio 2018.

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Gdpr in vigore da pochi giorni e già piovono ricorsi

E' Andrea Jelinek, guida del board dei garanti dei 28 Paesi che sottolinea come «ci sono già i primi ricorsi sulle modalità di consenso alla raccolta e al trattamento dei dati personali in base alle nuove regole Ue e abbiamo appena cominciato a controllare i file». Ed il primo caso sembra sia da registrare in Austria e riguarda Facebook ed il consenso al trattamento dei dati personali. Un nuovo caso differente da Cambridge Analytica.

Come riporta il Sole 24 Ore, il caso nasce da un'associazione no profit fondata dall'avvocato austriaco Max Schrems, che ha presentato quattro reclami distinti contro Android (il sistema operativo mobile di Google), Facebook e WhatsApp e Instagram, colpevoli, secondo il legale, di aver fatto ricorso a un "consenso forzato", tempestando smartphone e computer dei propri utenti con pop up che impongono il via libera all'uso dei propri dati.

GdPr, Italia in ritardo sull'adeguamento della normativa nazionale

Sono solo quindici i paesi europei che, al momento, sono in regola con il Gdpr, tra di essi Francia e Germania. E poi ci sono otto paesi che sono molto in ritardo, tra i quali, Belgio e Ungheria. L'Italia, con altri 5, tra i quali la Spagna, si colloca in una via di mezzo, e ci vorrà ancora un po' di tempo per essere perfettamente in regola atteso il differimento dell'adeguamento della normativa nazionale.


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