Il copia e incolla online è talmente diffuso che a chi lo pratica non sorge neppure il dubbio di poter commettere un illecito. Meglio fare chiarezza.

di Annamaria Villafrate - Capita a tutti di leggere un interessante articolo online e poi … di leggerlo identico su un altro sito. Il diritto d'autore consente la citazione, il riassunto e la riproduzione di brani purché vengano menzionati scrittore, editore e titolo dell'opera. La paternità dell'opera intellettuale infatti sorge nel momento stesso della creazione e la legge ne vieta l'utilizzo indiscriminato. Dal 2013 un regolamento Agcom consente, dopo l'invio di una segnalazione, di ottenere un ordine di rimozione della "copia" presente su un altro sito. In Europa la direttiva sul diritto d'autore invece è ancora in fase di elaborazione. L'intento? Tutelare chi è vittima dell'abitudine altrui di "copiare" senza ritegno.


Contenuti online: sono di tutti?

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Ciò che è online si scarica, si modifica e si copia con una disinvoltura allarmante, come se non esistessero regole, come se tutto fosse "creative commons". Il tutto in barba al diritto d'autore, che protegge le opere dell'ingegno. Vediamo quindi cosa prevede la legge sulla possibilità di scopiazzare contenuti online. L'articolo di riferimento per comprendere come ci si deve comportare è l'art. 70 della legge n. 633 del 22 aprile 1941 - Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio - che prevede:

"1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.

1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all'uso didattico o scientifico di cui al presente comma.

2. Nelle antologie ad uso scolastico la riproduzione non può superare la misura determinata dal regolamento, il quale fissa la modalità per la determinazione dell'equo compenso."

3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta."

Insomma la norma è piuttosto chiara: non si può copiare indiscriminatamente testi, anche brevi, né attribuirsene la paternità.

Copia e incolla online: in Italia ci pensa l'Agcom

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La delibera Agcom 680/13/CONS da qualche anno tenta di frenare il fenomeno del copia e incolla disciplinando il copyright online. Il provvedimento riconosce a chiunque la possibilità di segnalare, compilando un modulo scaricabile dal sito dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la presenza di contenuti copiati online. Alla segnalazione segue un primo vaglio dell'istanza che può terminare con l'archiviazione amministrativa se risulta irricevibile, infondata, improcedibile o inammissibile. In caso contrario si procede con l'istruttoria che può terminare con un'archiviazione nel merito se non risulta violato il diritto d'autore, con un ordine di rimozione selettiva dell'opera copiata o la disabilitazione dell'accesso al sito che l'ha diffusa illecitamente.

In Europa si attende la direttiva sul diritto d'autore

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Risale al settembre 2016 "la proposta di Direttiva Europea del Parlamento Europeo e del Consiglio sul diritto d'autore nel mercato unico digitale." Tra gli obiettivi della direttiva:

  • armonizzare le legislazioni sulle eccezioni e le limitazioni al diritto d'autore,
  • assicurare agli autori e ai titolari di diritti una quota equa del valore generato dall'utilizzo dei loro contenuti "per garantire la sostenibilità del settore dell'editoria giornalistica".

Sul primo proposito nulla da dire, sul secondo, invece, noto come "ancillary copyright" gli esperti si spaccano. Prevedere una remunerazione in favore degli editori da parte dei motori di ricerca, se da un lato garantirebbe una maggiore equità, dall'altro rischia di far si che, colossi come Google, a un certo punto, non indicizzi più i contenuti meritevoli, ma solo quelli che non chiedono compensi, a tutto danno della libertà di manifestazione del pensiero, della qualità dei testi online e dell'accessibilità agli stessi.


Foto: 123rf.com
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