Il Governo ha lanciato un bottone rosso per segnalare le fake news alla polizia postale. Ma sui social già si parla di censura

di Gabriella Lax - Un bottone rosso da schiacciare per segnalare fake news alla polizia postale. Si tratta di uno strumento del Governo denominato "Protocollo operativo per il contrasto alla diffusione delle Fake News attraverso il web in occasione della Campagna elettorale per le Elezioni politiche 2018".

Basta premere un pulsante presente sul sito della Polizia postale per segnalare le bufale che circolano online. Dopo le verifiche del caso la notizia potrà essere rimossa e verranno diffuse eventuali smentite.

La strategia antibufale inaugurata in questi giorni dal Viminale, tuttavia, non è stata accolta con l'entusiasmo sperato, e sui social (e non solo) piovono proteste, tra chi parla di censura e chi ricorda "il ministero della verità" di orwelliana memoria.

Vediamo come funziona lo strumento.

Fake news, un pulsante rosso per segnalarle

Come si legge sul sito della polizia postale, il protocollo nasce dalla «Evidente la necessità di arginare, con specifico riguardo al corrente periodo di competizione elettorale, l'operato di quanti, al solo scopo di condizionare l'opinione pubblica, orientandone tendenziosamente il pensiero e le scelte, elaborano e rendono virali notizie destituite di ogni fondamento, relative a fatti od argomenti di pubblico interesse».

Al dubbio se sia compito o meno del governo la verifica della veridicità delle notizie risponde la stessa nota. «Lungi dal costituire espressione degli imprescindibili valori costituzionali della libertà di pensiero e del diritto di cronaca, la diffusione di fake news in campagna elettorale si pone, purtroppo, in un'ottica radicalmente opposta a quella di un legittimo esercizio di democrazia: l'obiettivo è infatti la violazione della libertà personale dei cittadini, l'induzione sistematica di falsi convincimenti, individuali e collettivi, e la macroscopica alterazione del sereno dispiegarsi del confronto democratico; il tutto, per favorire interessi particolari - non sempre leciti, chiari o riconoscibili - da parte di singoli individui o gruppi di pressione». Quella delle diffusione di false notizie è un'emergenza sempre esistita ma adesso particolarmente preoccupante considerata la rapidità con cui, attraverso internet, è possibile diffondere le fake news «rendendone immediatamente virale il contenuto ad una vastissima platea».

Fake news, analisi dei contenuti finalizzata all'eventuale smentita

Sarà la Polizia postale a verificare l'informazione, una volta ricevuta la segnalazione, per «indirizzare la successiva attività alle sole 3 notizie manifestamente infondate e tendenziose, ovvero apertamente diffamatorie. La notizia, in particolare, verrà presa in carico da un team dedicato di esperti del CNAIPIC che - si legge sul sito della Postale - in tempo reale, 24 ore su 24, effettuerà approfondite analisi, attraverso l'impiego di tecniche e software specifici per l'OSINT in rete, al fine di individuare la presenza di significativi indicatori che permettano di qualificare, con la massima certezza consentita, la notizia come fake news (presenza di smentite ufficiali, falsità del contenuto già comprovata da fonti obiettive; provenienza della presunta fake da fonti non accreditate o certificate etc.) Tale speciale team curerà altresì un'autonoma attività di raccolta informativa, al fine di individuare precocemente la diffusione in rete di notizie marcatamente caratterizzate da infondatezza e tendenziosità, ovvero apertamente diffamatorie».

Fake news, le smentite ufficiali

In base agli elementi evidenziati nei report di analisi sul sito del Commissariato di Polizia postale on line e sui canali social istituzionali verrà pubblicata una puntuale smentita. E infine «In ogni caso, nella misura in cui la notizia sia in grado di incidere direttamente sulla reputazione e l'onorabilità delle persone, la Polizia postale darà avviso, attraverso i predetti canali istituzionali, della eventuale esistenza di smentite ufficiali medio tempore pervenute da parte degli interessati».


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