Tra poche ore il capo dello Stato scioglierà le Camere, Gentiloni ricevuto al Quirinale. Ecco cosa succederà adesso fino alle prossime elezioni

di Gabriella Lax - E' partito il conto alla rovescia per lo scioglimento anticipato delle Camere. Si tratta di una fine della legislatura di poco anticipata rispetto alla scadenza naturale, prevista il 14 marzo 2018. Ad annunciarla il presidente del consiglio Paolo Gentiloni stamane, nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Il governo - specifica il premier - si affiderà alle indicazioni del Presidente della Repubblica. Sarà Mattarella a dettare tempi e modi dei prossimi passaggi istituzionali. I riflettori saranno puntati sulla campagna elettorale come è giusto che sia, ma assicuro che il governo non tirerà remi in barca. Nei limiti fissati dalla Costituzione, dalle leggi e dalla prassi il governo governerà».

Scioglimento della Camere, Gentiloni da Mattarella

Lo stesso Gentiloni è appena stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per riferire in modo informale sulla conclusione del suo mandato. Il Capo dello Stato, sentito il parere dei presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, dovrebbe dare il via, dunque, a breve, allo scioglimento delle Camere. Successivamente, dopo la riunione del Consiglio dei ministri, Gentiloni salirà al Colle per sottoporre alla firma di Mattarella il decreto di fissazione della data delle elezioni, che si svolgeranno con tutta probabilità il prossimo 4 marzo, e della prima riunione del nuovo Parlamento, il 23 marzo.

Le tappe verso il nuovo governo

Il capo dello Stato, dopo l'incontro col premier e dopo aver sentito i presidenti di Camera e Senato, dovrebbe firmare un decreto che è un atto formale, che, come stabilisce l'articolo 88 della Costituzione è emanato dal presidente della Repubblica e controfirmato dal presidente del Consiglio.

Successivamente con decreto c'è l'indizione delle elezioni.

Un decreto convoca i comizi elettorali

"Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti". A stabilirlo è l'articolo 61 della Costituzione. Gli stessi comizi elettorali vengono convocati con decreto del presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri. Il decreto - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non oltre il quarantacinquesimo giorno antecedente quello della votazione - stabilisce in che giorno si riuniranno le Camere per la prima volta. Fino alla nuova riunione sono prorogati i poteri delle precedenti.

Simboli e liste dei candidati

Tra la mattina del quarantaquattresimo e le 16 del quarantaduesimo giorno prima del voto dovranno essere depositati al Viminale i simboli dei partiti. Tra la mattina del trentacinquesimo e le 20 del trentaquattresimo giorno prima del voto andranno presentate le liste coi candidati.

Per legge ricordiamo che è vietato 15 giorni prima del voto diffondere sondaggi.

Le consultazioni e la nascita del nuovo governo

Con la data delle elezioni fissata per il 4 marzo, la prima seduta utile non potrà essere convocata oltre il 24 marzo. In quell'occasione saranno eletti per Senato e Camera presidenti e uffici di presidenza. Dopo la costituzione dei gruppi parlamentari il presidente della Repubblica avvierà le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Alla nomina del presidente del Consiglio segue quella, su indicazione del premier, dei ministri. Per iniziare i lavori il nuovo governo dovrà poi ottenere la fiducia del Parlamento.

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