La legge sui congedi retribuiti per assistere un familiare disabile non prevede orari per l'assistenza, per cui è illegittimo il licenziamento del lavoratore che sta con la madre solo di notte
di Marina Crisafi - Chi prende congedo straordinario retribuito per assistere un familiare disabile può benissimo essere presente solo la notte, perché di giorno ha diritto a "spazi temporali adeguati alle personali esigenze di vita e di riposo".

Lo ha sottolineato la Cassazione (con la sentenza n. 29062/2017 sotto allegata) accogliendo il ricorso di un metalmeccanico licenziato dalla società presso cui lavorava poiché, pur essendo in congedo straordinario retribuito per assistere la madre, veniva "beccato" più volte lontano dalla casa della stessa. L'uomo, in realtà, assisteva la donna di notte e di giorno tornava a casa sua. E ciò per la Suprema Corte può bastare per dichiarare illegittimo il licenziamento e disporre la reintegrazione dell'uomo nel posto di lavoro, sul presupposto della insussistenza del fatto addebitato.

Congedi retribuiti per familiare disabile: l'assistenza non deve essere esclusiva

Dopo avere svolto una lunga premessa sulla materia dei congedi spettanti per l'assistenza a persone con disabilità grave, la Corte, infatti, ha affermato che non può ritenersi "che l'assistenza che legittima il beneficio del congedo straordinario possa intendersi esclusiva al punto da impedire a chi la offre di dedicare spazi temporali adeguati alle personali esigenze di vita, quali la cura dei propri interessi personali e familiari, oltre alle ordinarie necessità di riposo e di recupero delle energie psico-fisiche, sempre che risultino complessivamente salvaguardati i connotati essenziali di un intervento assistenziale che deve avere carattere permanente, continuativo e globale nella sfera individuale e di relazione del disabile".

In definitiva, pur risultando materialmente accaduto che l'uomo si trovasse in talune giornate lontano dall'abitazione della madre ciò non è sufficiente a far ritenere sussistente il fatto contestato perchè, una volta accertato che, ferma la convivenza, questi comunque prestava continuativa assistenza notturna alla disabile, alternandosi durante il giorno con altre persone, con modalità da considerarsi compatibili con le finalità dell'intervento assistenziale, tanto svuota di rilievo disciplinare la condotta tenuta.

Leggi anche la guida Lavoro: quando spettano i permessi retribuiti

Cassazione, sentenza n. 29062/2017

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