Per la Suprema Corte il riconoscimento dell'imputato tramite Facebook è pienamente attendibile

di Marina Crisafi - Su Facebook si può individuare l'autore di un reato. Lo ha affermato la Cassazione, con una sentenza di poche ore fa (n. 45090/2017 sotto allegata), ritenendo pienamente "attendibile" il riconoscimento di un imputato tramite il social network.

La vicenda

L'uomo, condannato in appello per concorso in rapina e porto d'armi, ricorreva per Cassazione, lamentando che la motivazione era "del tutto carente ed illogica nella parte in cui i giudici di merito avevano ritenuto rituale e valida la propria identificazione effettuata mediante Facebook e senza alcun successivo riconoscimento - con la conseguenza che non erano stati superati "i profili di incertezza e di ragionevole dubbio circa la individuazione dell'imputato". Precisava, inoltre, che "non poteva parlarsi di una ricognizione in senso tecnico in quanto non erano state rispettate le formalità di cui agli artt. 213 e 214 c.p.p".

Facebook: individuazione reo pienamente attendibile

Per gli Ermellini il ricorso è inammissibile. Innanzitutto, perché ripropone censure già prospettate con i motivi di appello e sulle quali la corte territoriale ha esaurientemente risposto "con motivazione esaustiva, logica, congrua e del tutto coerente". Correttamente, infatti, la corte ha ritenuto "raggiunta la prova della responsabilità dell'odierno imputato

in ordine alla rapina contestatagli" sulla base dell'annotazione della polizia e "dell'individuazione operata dalla persona offesa, ritenuta pienamente genuina ed attendibile".

Cassazione, sentenza n. 45090/2017

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