Il disegno di legge giunge all'esame della Commissione Lavoro al Senato

di Lucia Izzo - L'equo compenso arriva innanzi alla Commissione Lavoro del Senato: è stato inserito nel calendario dei lavori l'esame del ddl n. 285 "Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate", fortemente voluto al fine di garantire gli avvocati contro compensi iniqui.


Una necessità più volte esternata dalla stessa categoria forense, in special modo per riequilibrare i rapporti contrattuali nei confronti dei c.d. clienti forti, come banche, imprese e assicurazioni (per approfondimenti: Avvocati: ecco la legge sull'equo compenso).


Lo stesso ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel corso di un question time nell'aula di Montecitorio ha spiegato che il disegno di legge intende assicurare il diritto degli avvocati a essere giustamente retribuiti in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale.

Ancora, ha soggiunto il ministero, il provvedimento dovrà essere approvato entro la fine della Legislatura e costituirà la base per ridefinire i compensi delle altre categorie professionali.

Il ddl sull'equo compenso

La relazione introduttiva del testo (qui sotto allegato) precisa che l'equo compenso non è solo un principio costituzionale applicabile a tutti i lavori, bensì un'oggettiva esigenza per tutti i consumatori in quanto li pone al riparo da servizi professionali di bassa qualità. La stessa capacità della domanda di autorganizzarsi in forme collettive, si legge ancora, deve infatti condurre non tanto a prezzi stracciati quanto a un ottimale rapporto tra il costo e la qualità delle prestazioni.

L'iter del disegno di legge di iniziativa del senatore Maurizio Sacconi è dunque ai nastri di partenza e porta con sé alcune proposte concrete che verranno sottoposte al vaglio della Commissione. La precisata finalità del provvedimento è quella di tutelare l'equità del compenso dei professionisti iscritti a un ordine o collegio professionale e a garantire certezza del diritto nei loro rapporti con il committente.

La definizione di equo compenso

Il provvedimento intente quale equo compenso la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale.

Ancora, viene presunto, fino a prova contraria, manifestamente sproporzionato all'opera professionale e non equo un compenso di ammontare inferiore ai minimi stabiliti dai parametri per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli ordini o collegi definiti dai decreti ministeriali.

La nullità delle clausole che prevedono compensi iniqui

Il testo, inoltre, propone che venga dichiarata nulla ogni clausola o patto che determina un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti in favore del committente della prestazione prevedendo un compenso non equo

Tale nullità opera a vantaggio del professionista iscritto all'ordine o al collegio che esercita la relativa azione, ferma restando la validità del contratto nelle altre sue parti. Quanto al termine per esercitare l'azione di responsabilità professionale, questo decorrerebbe dal giorno del compimento della prestazione da parte del professionista iscritto all'ordine o al collegio professionale.

DDL Equo Compenso (Sacconi)

Foto: 123rf.com
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