Pubblicato il rapporto del Censis sulla sanità pubblica, privata ed integrativa

di Gabriella Lax - Più di dodici milioni le persone che nell'ultimo anno hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie, una cifra di ben 1,2 milioni in più rispetto all'anno precedente, con un incremento del 10,9%. Per gli italiani, la salute rappresenta sempre più un lusso, con costi che le famiglie difficilmente riescono a coprire e che, sovente, le costringe a rinunciare alle cure. I dati sono forniti dal "Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute sulla sanità pubblica, privata e integrativa" che, come riporta Adnkronos, è stato presentato a Roma al "Welfare Day 2017". 

Sistemi sanitari locali disomogenei ed opportunità di cura differenziate per gli utenti. La conseguenza di questa forbice impari è la crescita esponenziale del ricorso alla sanità privata che, come un cane che si morde la coda, porta ad un ulteriore divario sociale per i cittadini. Tra il 2013 ed il 2016, la spesa è aumentata del 4,2% in termini reali (un aumento maggiore della spesa totale delle famiglie per i consumi, pari a +3,4% nello stesso periodo). 

Per le spese sanitarie si diventa poveri

Nel Paese 13 milioni di persone, nello scorso anno, hanno dovuto contrastare difficoltà economiche derivanti dal dover far fronte personalmente a spese sanitarie. Ci sono 7,8 milioni di cittadini che hanno dovuto utilizzare tutti i risparmi, o peggio indebitarsi con parenti, amici o con le banche. Per gli stessi motivi quasi due milioni di persone hanno varcato la soglia della povertà. Secondo il rapporto tra i cittadini che hanno incontrato difficoltà economiche il 74,5% delle persone a basso reddito e il 15,6% delle persone benestanti; sono il 51,4% le famiglie con al proprio interno una persona non autosufficiente, che hanno affrontato spese sanitarie privatamente. 

Contrazione record della spesa sanitaria pubblica

Il risultato è la segnalazione da parte della Corte dei Conti di un vero record di contrazione della spesa sanitaria pubblica italiana, con un valore pro-capite ridotto dell'1,1% all'anno in termini reali dal 2009 al 2015. Con un'influenza rispetto al Pil della spesa sanitaria pubblica italiana del 6,8% (in Francia è all'8,6%; in Germania del 9,4%). 

Ma quali sono le ragioni che spingono i cittadini a ricorrere alla sanità privata? Intanto le liste e le code nel servizio pubblico che possono protrarsi per mesi, nonché i necessari esborsi del ticket. Pur di non attendere i cittadini preferiscono pagare dai privati le tariffe per intero ma in tempi più rapidi e certi. Motivazioni sufficienti se si valutano i tempi per alcuni esami: per una mammografia in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014), al Sud anche 142 giorni; per una colonscopia 93 giorni (6 giorni in più rispetto al 2014); per una risonanza magnetica in media serviranno 80 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), 111 giorni al Mezzogiorno. 

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