La manovrina garantirebbe uscita dal contenzioso senza interessi o sanzioni e mediazione per cause fino a 50mila euro

di Lucia Izzo - Anche le liti fiscali potranno essere rottamate. È questa una delle novità predisposte dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che troverà spazio nella manovrina sulla quale sono al lavoro i tecnici per rispondere alle richieste di Bruxelles.


Le liti fiscali, hanno rilevato a Palazzo Chigi, sono ormai un gravoso fardello delle aule giudiziarie stante l'aumento esponenziale del contenzioso tra contribuenti e Fisco: per alleviare il carico, l'idea è quella di una vera e propria rottamazione delle liti pendenti sulla falsariga di quanto fatto con le cartelle di Equitalia (per approfondimenti: Equitalia: guida alla rottamazione delle cartelle). 


Se il contribuente, magari considerate le poche chance di vittoria della causa ormai intrapresa o il rischio di un'ingente condanna alla spese, sceglie di abbandonare il contenzioso, verrà "riportato" al momento iniziale in cui ha ricevuto la cartella o l'atto da cui è originata la lite: in sostanza, rottamando la causa, non si dovrà versare alcuna sanzione o interesse nel frattempo maturato, ma solo pagare quanto inizialmente richiesto.


Ancora, per poter agire in via preventiva nei burrascosi rapporti tra contribuenti e fisco, sempre al fine di ridurre il contenzioso fiscale, la manovra prevede di rilanciare l'istituto del reclamo-mediazione, sino a oggi possibile per le liti fino a 20mila euro. L'intervento del Ministero potrebbe elevare fino a 50mila euro il valore delle cause ammesse alla mediazione, così da evitare la futura lite.


La lotta all'evasione propugnata dal Fisco, tuttavia, passa anche per una stretta sui pignoramenti in caso di debiti fiscali: per raggiungere il tetto di 120mila euro a partire dai quali sarà possibile utilizzare la misura esecutiva, potrebbe essere previsto il cumulo del valore dei beni immobili, sempre escludendo la prima casa che resta impignorabile.


La manovra correttiva chiesta dall'UE richiede il recupero di circa 3,4 miliardi: una parte potrebbe essere ottenuta con un aumento delle accise sui tabacchi, che dovrebbe garantire 100-200 milioni, a cui si aggiungerebbe anche una stretta sul mercato dei giochi che dovrebbe garantire circa 700-800 milioni. 


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