La manovra introduce il calcolo del tetto minimo di 120mila euro sulla totalità degli immobili e non più sul singolo bene

di Valeria Zeppilli - Nei giorni scorsi il Governo ha approvato il DEF e con esso non si è concentrato solo sui tagli alla spesa, ma ha anche promesso battaglia all'evasione fiscale degli italiani (leggi: "Manovrina: dal via libera alla rottamazione delle liti col fisco alla tassa Airbnb le novità del Def").

Concentrandoci su questo secondo aspetto della manovrina, balza subito agli occhi che tra le novità che dovrebbero essere utilizzate come armi nella lotta c'è anche la stretta sui pignoramenti da parte del Fisco nei confronti dei beni dei contribuenti.

Tetto cumulativo

Se infatti oggi i concessionari della riscossione possono aggredire i beni immobili dei contribuenti solo ove questi superino singolarmente il valore di 120mila euro, con il documento approvato da Palazzo Chigi le cose cambieranno: tale tetto minimo, infatti, dovrebbe essere calcolato non sul singolo bene ma sulla totalità degli immobili dei debitori.

Resta comunque ferma l'intangibilità dell'abitazione principale.

Critiche

Considerato il fatto che, contemporaneamente, la "manovrina" si occupa anche di rottamazione delle liti con il Fisco e vista la proroga della sanatoria, non si fa fatica a immaginare che la flessibilizzazione dei limiti sinora posti all'esecuzione forzata avviata dagli agenti della riscossione darà molto da discutere.

In realtà le proteste sono iniziate già da un po', o meglio sin da subito, non appena l'idea è stata diffusa dalla stampa specializzata: capifila delle critiche sono quanti vedono nella stretta sui pignoramenti uno strumento per ricattare o quanto meno condizionare i contribuenti, spingendoli ad aderire alla prorogata sanatoria. Per costoro, l'approfondimento politico della questione è quanto meno doveroso.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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