Dopo le polemiche sulla mancata concessione del titolo scolastico contenuta nel decreto attuativo della Buona Scuola, arrivano le rassicurazioni del Governo
di Gabriella Lax - Arrivano le rassicurazioni del Miur sul pericolo paventato nei giorni scorsi dello stop alla licenzia media ai disabili. La questione è nata dopo la pubblicazione dei decreti attuativi della riforma della Buona Scuola, e, in particolare sul provvedimento relativo all'inclusione scolastica. Dal testo, infatti, si evince che gli alunni disabili che hanno diritto a prove differenziate e semplificate non potranno conseguire il regolare diploma di licenza media, ma solo un attestato di crediti formativi. Immediata la protesta di associazioni, sindacati e famiglie per l'ingiustizia del provvedimento che non consentirà a molti ragazzi disabili di ottenere uno dei prerequisiti fondamentali per accedere al mondo del lavoro. «Dopo vent'anni, in cui l'esame era la conclusione di un percorso di formazione personalizzato e adattato alle capacità e alle possibilità dello studente con disabilità
e offriva in moltissimi casi l'occasione di conseguire un regolare diploma attraverso prove differenziate e facilitate, ora non più» ha affermato infatti Federica Verin dei gruppi Facebook "Dalla Parte Nostra" e "Un'Altra Abilità" chiarendo come «gli alunni che non riusciranno a sostenere con profitto le prove equipollenti, otterranno solo un attestato di crediti formativi del tutto inutile perchè la successiva frequenza della Scuola Secondaria di Secondo Grado non consentirà di ottenere un diploma vero e spendibile non avendo maturato concretamente il titolo precedente». Ma al grido d'allarme ha risposto il ministro Valeria Fedeli, stemperando i toni. «Abbiamo chiaro che la disabilità
è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità
e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine» ha dichiarato infatti la titolare del Miur precisando che: «Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro». E, in particolare, con riferimento agli esami conclusivi di primo grado, ha rassicurato il ministro, il decreto attuativo «nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all'altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo - ha concluso - le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare».

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