In allegato le due ordinanze ingiunzione del Garante delle Comunicazioni

di Marina Crisafi - 200mila euro, a tanto ammontano le sanzioni inflitte dal Garante delle comunicazioni a Poste Italiane per la violazione degli obblighi relativi alla notificazione degli atti giudiziari, servizio riservato in via esclusiva alla società.

Nello specifico, le due ordinanze emanate in questi giorni dall'Agcom (qui sotto allegate) si riferiscono a due procedimenti che hanno riguardato l'ufficio postale e il centro primario di distribuzione di Roma Prati, per il ritardo nella consegna delle cartoline delle notifiche degli atti giudiziari.

La prima ordinanza

Nel caso oggetto della delibera n. 161/16/Cons, l'autorità ha contestato che, dall'ispezione effettuata presso l'ufficio di Roma Prati, "a quattordici atti giudiziari per i quali era stata emessa una comunicazione di avvenuto deposito (CAD), erano ancora allegati i relativi avvisi di ricevimento (MOD. 23L), nonostante fosse trascorso ampiamente il termine di 10 giorni previsto dall'art. 8, comma 3, della legge 20 novembre 1982, n. 890 per la restituzione di questi ultimi al mittente dell'atto giudiziario". A nulla sono valse le tesi difensive delle Poste, che volevano attribuire il disservizio "ad un disguido di lavorazione". Per il Garante la sanzione va comminata ed è pari a 50mila euro.

La seconda ordinanza

Nel secondo caso, oggetto della delibera n. 188/16/CONS, l'ispezione presso il Centro Primario di Distribuzione di Roma Prati, ha riscontrato circa tremila avvisi di ricevimento (Mod.23L) giacenti, non recapitati e non affrancati. Un ritardo che, anche se non quantificabile con precisione, è comunque superiore a due mesi, rispetto ai termini previsti dalla legge per l'espletamento delle operazioni e che è costato quindi a poste altri 150mila euro di sanzione.

Le motivazioni

Con riferimento alla gravità della violazione, si legge nelle motivazioni di entrambe le ordinanze, l'illecito compiuto riguarda la violazione di un obbligo relativo ad un servizio riservato in via esclusiva alla società, quale fornitore del servizio universale postale, per ragioni di ordine pubblico.

"La norma violata incide negativamente sull'attività giudiziaria, con effetti anche sul corretto esercizio del diritto di difesa". Inoltre, ha rilevato il Garante, contrariamente a quanto affermato dalla società in sede difensiva, secondo la quale le violazioni si erano verificate solo in uno specifico ufficio postale, in un circoscritto arco temporale, "le medesime violazioni sono state riscontrate e verbalizzate in sede ispettiva anche in altri centri di produzione di Poste Italiane" e sono oggetto di "ulteriori procedimenti sanzionatori da parte di questa Autorità".

Il danno per ogni singolo utente derivante dalla violazione di norme che devono essere rispettate per "esigenze di ordine pubblico", pertanto, è di tutta evidenza.

Quanto agli avvisi di ricevimento giacenti, "è molto rilevante ed è indice di una evidente anomalia nella gestione del processo produttivo di notifica degli atti giudiziari, con conseguenti notevoli disservizi per l'utenza e, in generale, di un efficace controllo della qualità del servizio".

In generale, inoltre, "la violazione di disposizioni che disciplinano un servizio affidato in via esclusiva ad un operatore postale comporta l'impossibilità, da parte dell'utenza, di poter richiedere, ad altri operatori, il servizio di notifica degli atti giudiziari con l'utilizzo del servizio postale, con gravi conseguenze per gli utenti".

Ed è proprio il danno provocato all'utenza ad essere utilizzato dal Garante per definire la gravità della violazione e, conseguentemente, determinare l'importo della sanzione. Senza contare il reiterato richiamo della società "ad un corretto esercizio del servizio riservato relativo alla notifica degli atti giudiziari, in relazione all'espletamento del servizio universale postale, al fine di eliminare i disagi descritti dagli utenti e lesivi dei diritti tutelati dal legislatore nelle materie oggetto di notifica degli atti".

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Foto: 123rf.com
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