Oltre alla multa salata, se l'antifurto suona quando non dovrebbe il rischio è addirittura quello di essere condannati per disturbo della quiete pubblica

Un problema che hanno gli allarmi domestici e che scoraggia molti cittadini dall'installarli è quello dei "falsi allarmi".

Non è raro, infatti, che le sirene inizino a suonare magari per una folata di vento o per il passaggio di un animale dinanzi al sensore. Ed ecco che il meccanismo di allerta si attiva a vuoto, creando solo tanto disagio e una forte preoccupazione. Oltre che disturbo ai vicini.

Talvolta i regolamenti comunali, per evitare contenziosi ingestibili, fissano dei precisi termini di durata di tollerabilità dell'allarme, superati i quali scatta la multa.

Oltretutto, se non si riesce a spegnere il suono dell'allarme a stretto giro, si corre addirittura il rischio di essere sanzionati per disturbo della quiete pubblica: la norma di riferimento è l'articolo 659 del codice penale che punisce chiunque mediante schiamazzi o rumori o abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche disturba le occupazioni o il riposo delle persone.

E la pena non è da poco: il rischio è quello dell'arresto sino a tre mesi o dell'ammenda sino a 309 euro.

È chiaro che è soprattutto la sanzione pecuniaria a dover preoccupare i padroni di casa che non gestiscono adeguatamente i propri impianti di allarme, il cui importo, peraltro, non è affatto basso.

Il suono continuo e ingiustificato di allarmi è ancor più frequente d'estate, quando gli italiani sono soliti andare in villeggiatura, gli allarmi sono spesso in funzione e diventa difficile bloccarli data la distanza da casa.

Tanto che la cronaca segnala numerosi casi di interventi da parte della polizia municipale, costretta a spegnere forzatamente le sirene rumorose e ingestibili.

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Valeria Zeppilli

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