Secondo la Cgia di Mestre, il sistema frammentario delle imposte grava per oltre 8mila euro a testa

di Marina Crisafi - Quante tasse pagano gli italiani? A domandarselo è la Cgia di Mestre che ha stilato una classifica delle oltre 100 voci che gravano sui cittadini per un totale di 8mila euro all'anno. Senza contare la previdenza che porterebbe il costo a 12mila euro.

L'elenco è lungo e include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute (e chi più ne ha più ne metta!) in un sistema tributario così frammentato cui si accompagna invece, affermano dall'ufficio studi di Mestre, un gettito "estremamente concentrato". Solo le prime 10 imposte valgono, infatti, per le casse dello Stato quasi 420 miliardi di euro garantendo l'86% del gettito complessivo (che nel 2014 si è attestato a 486,6 miliardi).

Una pressione tributaria che è aumentata di 76 punti percentuali solo negli ultimi 20 anni e che è la terza più elevata d'Europa dopo Finlandia e Belgio, e maggiore di 7 punti percentuali rispetto alla Germania. Primato già negativo di per sé che lo diventa ancor di più "se si considera - afferma Paolo Zabeo della Cgia - l'altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo". E il percorso avviato nel senso della riduzione della pressione tributaria non è affatto sufficiente, continua Zabeo: occorrerà "procedere in parallelo con il miglioramento del livello dei servizi e della loro qualità. In altre parole meno tasse e più servizi: solo così il paese potrà agganciare la ripresa e crescere su tassi in linea con quelli dell'Area Euro".

Ma tornando alla classifica, quali sono le imposte che pesano di più sulle tasche dei cittadini?

Per la Cgia sono due e rappresentano più della metà del gettito statale: ossia Irpef e Iva che complessivamente assicurano allo Stato più della metà del gettito (il 53,1%, quasi 260 miliardi di euro).

Sulle aziende invece le imposte che pesano di più sono l'Ires e l'Irap che nel 2014 hanno consentito all'erario di incassare globalmente oltre 61 miliardi di euro.

Ma la Cgia non si è fermata qui e si è spinta a curiosare all'interno delle 100 tasse degli italiani, evidenziando che se per i cittadini l'Irpef è quella più elevata, l'Iva quella più pagata tutti i giorni e l'Imu/tasi quella più odiata dalle famiglie, per le imprese invece la più versata è l'Ires e quella più detestata l'Irap.

E non solo. Nella classifica trovano posto anche le tasse dalle diciture più lunghe e più corte (come il bollo auto), nonchè quelle più stravaganti.

Tra queste i primi posti spettano senz'altro alle imposte: sulle emissioni sonore degli aerei, sulla numerazione e bollatura dei libri e registri contabili, sui fiammiferi e i sacchetti di plastica non biodegradabili (quali sovraimposte di confine applicate dalla dogana).

E infine, all'imposta sugli spiriti! Che non è, come si potrebbe pensare, una tassa sui fantasmi, ma sulla distillazione degli alcolici. In ogni caso, meglio non dare suggerimenti all'erario, non si sa mai!


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