Tale diritto non sorge neppure se la ex moglie ha lasciato pignorare la casa coniugale omettendo di pagare le spese condominiali

L'ex marito non ha diritto al rendiconto su come vengono spesi i soldi versati alla ex moglie per mantenere la figlia. E poco importa che lei abbia omesso persino di pagare le spese condominiali lasciando che la casa coniugale venisse pignorata.

È quanto emerge da una sentenza della Corte di Cassazione la n. 12645/15 depositata il 18 giugno scorso in cui gli Ermellini, richiamano un orientamento oramai consolidato secondo cui l'importo del mantenimento per i figli viene stabilito in modo forfettario tenendo conto della capacità patrimoniale dei due genitori e che pertanto l'onerato non ha diritto a richiedere un rendiconto delle spese sostenute.


Si tratta, secondo la Corte, di una quantificazione ipotetica di un importo diretto a far fronte a diverse esigenze di vita quotidiana.


Stessa Cassazione in precedenti pronunce (Si veda tra queste la sentenza 17089/2012) aveva già chiarito che il mantenimento deve servire per provvedere a una molteplicità di esigenze "estese all'aspetto abitativo, scolastico, sportivo, sanitario e sociale, nonché all'assistenza morale e materiale ed all'opportuna predisposizione di una stabile organizzazione domestica, idonea a rispondere a tutte le necessità di cura e di educazione".

Si tratta di una posizione giurisprudenziale che ha già sollevato in passato non poche obiezioni. Ciò che si contesta è che negando al coniuge onerato la possibilità di sapere come vengono spesi i soldi destinati al mantenimento dei figli, si rischia di accentuare la litigiosità tra le parti alimentando il sospetto che l'assegno versato possa essere destinato ad esigenze che non hanno nulla a che fare con il mantenimento dei figli


Per molti appare inaccettabile che i soldi destinati alla prole possano essere utilizzati dall'altro coniuge per esigenze proprie senza che si possa attuare un controllo richiedendo una rendicontazione.


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