POSTA e RISPOSTA n. 338 è dedicato ad ANNAMARIA che ci scrive dall'account annamaria56@libero.it alle h.18:03 dell'11 luglio 2012: "Portavo la mia Batuffola (di nome e di fatto: 20 Kg. di pelo riccio beige e bianco), dal veterinario per la visita di rito, quando una frenata violenta proveniente dalla strada adiacente aveva attirato la mia attenzione. Un'auto "pirata" aveva investito il "Re" dei gattoni di strada, Serpico, nero con gli occhioni gialli, conosciuto e amato dai bimbi della zona che, sconvolto e shoccato, aveva tentato di fuggire, ma le ferite e le fratture lo avevano obbligato a fermarsi. Bloccata una signora che ben conoscevo, (in quella strada avevo abitato oltre tre lustri) e lasciatole in custodia Batuffola, attraversavo la strada e correvo da Serpico. Un signore mi aiutava col suo giaccone, e unitamente al mio, rischiando le unghie di Serpico sulle nostre braccia per i dolori laceranti, riuscivamo a catturarlo e lo avvolgevamo , cercando di correre il più velocemente possibile dal veterinario lì vicino. Chiedendo il permesso a coloro che erano nella sala d'attesa, da subito i due medici non nutrivano molte speranze di salvarlo, ma dopo l'intervento e gli arti posteriori steccati Serpico decideva di continuare a vivere con l'applauso dei clienti presenti. Non avendo tuttavia un padrone, si presentava il problema di dove far trascorrere a Serpico la convalescenza. Lo portai a casa e da subito Batuffola l'accolse come un figliolo bisognoso di cure: era fermo, sdraiato, ogni tanto un miagolìo era il richiamo per una leccatina sulle orecchie o sul pelo dove poteva. Trascorrevano i giorni: Serpico si godeva il terrazzo e il sole della primavera che avanzava, cominciando anche a zampettare con quella che era diventata la sua strana compagna di giochi. Era incredibile! Un giorno però compresi che quel terrazzo, pur grande, per Serpico era diventato piccolo: lui aveva bisogno di più spazio, o meglio dei suoi spazi. Non avevo ancora le idee chiare, ma sapevo che alla fine della settimana avrei dovuto portare Serpico dal veterinario per l'ennesima visita. Partimmo in auto: Serpico, Batuffola e la sottoscritta. L'esito della visita fu eccellente: il gattone nero era di nuovo nella sua massima forma. Uscendo dallo studio però per la prima volta non presi Serpico in braccio, ma lo lasciai uscire da solo dallo studio sul piazzale antistante e mi diressi all'auto. Con un balzo Batuffola salì. Restai fuori dall'auto e incrociai lo sguardo di Serpico che non salì. Mi guardò: è proprio il caso di dirlo - gli mancavano le parole.....si voltò e andò verso il parco. Ma tutte le volte che la mia auto ancora oggi arriva su quel piazzale Serpico arriva: un giro di 2struscio" attorno alle mie gambe, uno sbaciocchio, una carezza, un miagolìo e poi via, libero, nel suo mondo di avventura. Quale miglior riconoscimento!!! E li chiamano animali..." - Applausi.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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