POSTA e RISPOSTA n.263 tratta di danni provocati dai lavori dell'ultimo tratto della metropolitana B1 di Roma nel racconto del lettore lucianogori1941@libero.it giuntoci alle h.7:41 del 10 marzo 2012: "Egregio Avvocato, sempre più convinto dell'utilità dello scambio di idee ed esperienze, complimentandomi con lei per la chiarezza espositiva, le sottopongo un caso la cui analisi potrebbe interessare a molti suggerendo per esempio, in punta di diritto, il comportamento che deve tenere l'amministratore in caso di danneggiamento della proprietà comune a seguito dei lavori di relizzazione dell'ultima tratta della Metropolitana B1 di Roma. A danno avvenuto, se convocati, vengono in molti ed accademicamente ben titolati (ing. prof. dott), se la cantano e se la suonano e alla fine concludono che le crepe nei muri non sono la conseguenza delle vibrazioni della talpa, e che in ogni caso a lavori ultimati . . . . (se e quando), l'assicurazione provvederà a risarcire il danno. Chiedo: - cosa si deve fare nel frattempo; - come far capire che non è solo una questione di rimborsi ma piuttosto di rischio alle persone non solo in caso di crolli ma anche di scadimento della qualità di vita di persone che ormai, entrano in panico ad ogni rumorino un po' più consistente (magari si tratta di un camion carico di ferro o un'autobetoniera diretti al cantiere). E' la solita storia del gigante ed il topolino (che deve per forza abbozzare) o c'è un modo sicuro (che ovviamente non preveda la richiesta di un mutuo) per farsi tutelare senza passare per dinosauri contrari al progresso? Ringraziando per quanto potrà fare, la saluto." - Caro Luciano, mi poni una questione molto complessa che richiederebbe un Pubblico Ministero del calibro del Procuratore aggiunto di Torino Dott. Raffaele GUARINIELLO (bel mix cromosomico: padre napoletano e madre piemontese) a presidio della collettività; perché qui non stiamo parlando di un danno ad una ristretta cerchia di sfortunati, cautelabile con i consueti sistemi, bensì di un autentico potenziale (incrociamo le dita) disastro per tutti i malcapitati che dovessero trovarsi nell'area di crollo. Talché, l'unica strada che scorgo è quella della presentazione di un esposto - denuncia - querela
alla Procura della Repubblica di Roma con il vivo augurio di incontrare Magistrati attivi e sensibili che sappiano commissionare un'articolata consulenza tecnica ad un pool di esperti non coinvolti, è sottinteso neppure in ipotesi sfiorati dalla committenza dei lavori; tale collegio peritali multidisciplinare potrebbe esprimere un parere su cui fondare una richiesta di rinvio a giudizio, viatico di un'azione penale incisiva e foriera di risarcimenti, se ricorreranno i presupposti di legge. Tali costi verrebbero anticipati dall'Erario e Voi del team di parti offese non sopportereste altri esborsi.
Certo, ci vorrebbe un avvocato granitico che sappia sobbarcarsi ad un incarico da svolgere contro parecchi poteri forti. Ma nel Lazio se ne trovano di ottimi: basta raccogliere un po' di informazioni presso conoscenti e fonti autonome da cointeressenze in senso lato 'politiche'. Io ragiono in questo modo: quanno ce vo' ce vo'; del resto, se alcuni cittadini una volta nella vita hanno bisogno dell'appoggio dello Stato in persona del Sostituto Procuratore della Repubblica assegnatario, non vedo perché in un caso che mi descrivi assai preoccupante non debbano essere vagliate ipotesi di responsabilità penale. Facci sapere quali sviluppi avrà il caso che tanto Vi angoscia. Un abbraccio d'incoraggiamento!
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